I piani di risanamento del territorio mai attuati, “Natura 2000 vale più delle compensazioni Eni”

 
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Gela. Un piano di gestione “boicottato dalla politica”. Emilio Giudice, responsabile della Riserva Orientata Biviere, non ha usato troppi giri di parole per motivare la mancata attuazione del piano Rete natura 2000. Una sorta di planimetria complessiva degli interventi a tutela di un territorio che risente dell’impatto industriale. Misure che però stentano ad essere applicate, con il rischio della scure di una procedura d’infrazione europea. “Di questo piano nessun politico ha mai parlato – ha continuato Giudice – dobbiamo dare atto al senatore Pietro Lorefice che ha portato anche in città questa discussione”. Il piano è stato illustrato nel corso della nuova call to action lanciata dai grillini del Movimento cinque stelle. Misure quasi dimenticate dalle istituzioni del territorio e che hanno favorito una serie di continue violazioni proprio nelle aree d’intervento. “Questo è un piano che potrebbe assicurare enormi ritorni economici – ha proseguito – parliamo di cifre che si aggirano tra i 600 e i 700 milioni di euro. Sono numeri largamente superiori a quelli della compensazioni Eni”. Probabilmente, la politica ha preferito concentrarsi su altro, tutelando interessi soprattutto industriali. Alla chiamata hanno risposto gli ex consiglieri comunali del movimento Simone Morgana, Virginia Farruggia e Vincenzo Giudice, oltre allo stesso senatore Pietro Lorefice.

Fabrizio Nardo è tra gli autori di una maxi perizia sul nesso industria-malattie

In stretta collaborazione continua a muoversi il chimico industriale Fabrizio Nardo, tra gli autori della maxi perizia che conferma la connessione stretta tra gravi patologie e presenza industriale in città. “C’è bisogno di risultati concreti – ha detto – in questo territorio la presenza di un polo industriale tanto importante non avrebbe dovuto produrre conseguenze così gravi. Non sono mai state applicate vere misure di mitigazione. Servono risultati concreti per evitare che la contaminazione arrivi ad intaccare la catena alimentare”. I grillini rilanciano la questione dei piani di risanamento mai attuati e potrebbe essere uno dei punti del prossimo programma elettorale, insieme a quello di bonifiche che troppo spesso si aggirano su percentuali bassissime, pari praticamente allo zero.

 

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