I piemontesi in città? Due impianti per il bioetanolo: l’annuncio di Mossi&Ghisolfi

 
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Gela. Un impianto in Sardegna, a Portovesme, e due in città. Il gruppo piemontese Mossi&Ghisolfi ha appena annunciato, in vista dell’anno che sta per arrivare, un investimento da 720 milioni di euro.

Bioetanolo di seconda generazione. I due impianti previsti a Gela dovrebbero garantire la produzione di bioetanolo di seconda generazione. Produzione che, in base alle intenzioni dei manager piemontesi, dovrebbe essere alimentata da biomasse, soprattutto paglia. In totale, i due impianti da costruire in città dovrebbero assicurare una produzione totale annua di 160 mila tonnellate di bioetanolo a fronte dell’utilizzo di circa 800 mila tonnellate di biomassa.

La ricaduta occupazionale. Come sarà strutturato l’investimento? Più della metà dovrebbe arrivare da prestiti pubblici a otto anni con tasso agevolato. Il resto verrà messo sul tavolo da investitori privati e si fa il nome, soprattutto, del Texas Pacific Group che da almeno tre anni collabora proprio con Mossi&Ghisolfi. Il punto di riferimento dovrebbe essere l’esperienza già avviata negli impianti di Crescentino, nella zona del vercellese. In questo caso, la produzione di biocarburanti è partita già lo scorso anno.
E i presunti numeri occupazionali? Nel progetto stilato dai manager dell’azienda, si fa riferimento ad un diretto di almeno 100-150 operatori per ognuno dei due impianti, con altrettante presenze nell’indotto. Vengono considerati almeno un migliaio di posti, invece, nella fornitura dei materiali da utilizzare per la produzione.

Le aree dismesse Eni. A questo punto, sorge il dubbio. Dove verranno realizzati questi due impianti in progetto? Non ci sono risposte ufficiali ma, a quanto trapela, dovrebbero essere utilizzate alcune aree dismesse dal gruppo Eni. “E’ un modello – spiega il manager del gruppo Guido Ghisolfi – che assieme alle esperienze condotte da Novamont e Versalis costituisce un punto di forza della chimica verde, uno dei settori in cui l’Italia ha le carte in mano che potrebbero risultare vincenti nei prossimi decenni”. Il progetto c’è ma si concretizzerà?

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