Un ex vigilante di raffineria colpito da un malore, verifiche sulle misure di sicurezza

 
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Gela. Probabilmente, raggiunto da esalazioni pericolose. Un ex vigilante privato, in servizio in raffineria, fu costretto al trasferimento in ospedale, dopo un malore. Per quei fatti, a processo ci sono vertici Eni, ma anche della società per la quale lavorava il vigilante. Devono rispondere di lesioni. In aula, davanti al giudice Tiziana Landoni, è stata sentita la consulente della procura, che effettuò una serie di verifiche tecniche, soprattutto per accertare il rispetto della normativa in materia di sicurezza. E’ possibile, infatti, che il vigilante colpito da malore non avesse con sé il rilevatore, previsto invece dai piani di sicurezza. Una questione sulla quale c’è stato un notevole confronto tra consulente e legali di difesa, gli avvocati Filippo Spina, Alessandra Geraci, Attilio Floresta e Carmelo Brentino. Le accuse dei pm della procura, invece, vengono mosse a Serafina Paterniti, Bernardo Casa, Michele Viglianisi, Arturo Anania, Raffaele Solbara, Orazio Giampiccolo e alla società Raffineria di Gela.

Le esalazioni in raffineria. La consulente ha risposto anche alle domande del pm Tiziana Di Pietro. Alla fine, all’operatore raggiunto dalle esalazioni pericolose venne riconosciuto un infortunio di cinquanta giorni, ma ha rinunciato alla costituzione di parte civile.

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