I rifiuti costano 13 milioni, Siciliano in audizione: Morselli, “il consiglio non può voltare le spalle”

 
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Gela. Questa volta, si è presentato con documenti e fatture. Il vicesindaco Simone Siciliano, convocato in commissione bilancio, ha nuovamente ribadito che i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti vanno necessariamente corretti. Non gli iniziali sette milioni di euro, ma tredici milioni e mezzo. Un disallineamento causato dal mancato conteggio di servizi, che invece vengono effettuati. Per questo motivo, l’amministrazione comunale porterà in aula i correttivi al piano economico finanziario di quattro anni fa, quello che avrebbe fatto saltare i conti. “La giunta – dice il presidente della commissione bilancio Romina Morselli – non ha intenzione di aprire un contenzioso politico con la precedente amministrazione. Non c’è l’interesse allo scontro. Su questa vicenda parlano solo i numeri. Che ci fossero anomalie, il consiglio comunale l’ha appurato già quando arrivò in aula quel piano economico finanziario. Fu l’allora presidente del collegio dei revisori a dichiarare che le cifre non erano complete. Adesso, dobbiamo ragionare sui numeri. E’ anche vero che la giunta, prima di prendere l’iniziativa e dopo aver ricevuto la deliberazione della Corte dei Conti, ha chiesto una relazione completa al dirigente Patrizia Zanone, che non è mai stata consegnata. I calcoli veri e propri li ha svolti il dirigente Orazio Marino e hanno condotto alla cifra di oltre tredici milioni di euro. A questo punto, credo che il consiglio non possa voltare le spalle e debba valutare i correttivi. Noi consiglieri della commissione bilancio condividiamo la mozione di sfiducia, che va sicuramente sostenuta, ma dobbiamo evitare il protrarsi del danno erariale”. Insomma, per Morselli (come dichiarato in più occasioni) serve responsabilità da parte di tutti. Prima i correttivi (comprese le misure imposte dalla Corte dei Conti) e poi lo sciogliete le righe della sfiducia.

All’incontro con il vicesindaco e il dirigente Orazio Marino hanno preso parte gli altri componenti della commissione, il grillino Angelo Amato e l’indipendente Salvatore Sammito. Proprio Amato non sembra intenzionato a tirarsi indietro, qualora in aula dovessero arrivare i correttivi approvati dalla giunta. “Ho espressamente detto al vicesindaco – spiega – che noi consiglieri non abbiamo alcun obbligo politico nei confronti di una giunta, che va sfiduciata. Le correzioni finanziarie si possono valutare in aula, ma ognuno sarà libero di dire sì oppure no. Credo, però, che in tutta questa vicenda ci siano delle anomalie evidenti. Non capisco come abbia fatto la commissione d’indagine costituita due anni fa a non accorgersi di questo disallineamento finanziario. Io mi sono dissociato dalla relazione finale ed ho proposto una mia controrelazione, inoltrata ai magistrati delle procure di Catania e Gela. Tra i punti poco chiari, c’è anche quello della transazione che si dovrebbe chiudere con l’Ato Cl2. Parliamo di circa dodici milioni di euro. Perché non sono state fatte verifiche, anche in base a quello che venne scritto dalla commissione d’indagine che si occupò di valutare la gestione nel periodo 2005-2009? Sono stati effettuati controlli sulle voci di spesa nei rapporti tra Ato, Comune e aziende?”. Tra soldi che mancherebbero e un enorme buco finanziario, in municipio i rifiuti pesano forse anche più della sfiducia e potrebbero far vacillare gli schieramenti.

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