I ritardi nei progetti di Enimed, Alario: “Bisogna ritornare al ministero”

 
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Gela. Uno slittamento al dicembre 2020 dell’avvio della base a terra, tra i principali punti del progetto Argo-Cassiopea, ma anche l’attesa per una nuova autorizzazione ministeriale, che rischia di far saltare l’avvio dei lavori, fissato invece per il prossimo dicembre. Ci sono ancora tante nuvole nere all’orizzonte, almeno stando al giudizio dei sindacati, che mercoledì sono stati impegnati in un lungo confronto con i manager di Enimed. La triplice dei chimici di Filctem, Femca e Uiltec non ha gradito l’ennesimo ritardo, adesso dovuto ad un’autorizzazione, della quale nessuno sapeva nulla. Atto che il ministero dovrebbe rilasciare entro luglio. “La questione del rispetto del protocollo d’intesa del 2014 – dice il segretario dei chimici dell’Ugl Andrea Alario – va riportata su un tavolo ministeriale, non ci sono altre soluzioni. Solo in quella sede sarà possibile monitorare l’iter. Enimed non può permettersi altri ritardi nella tabella di marcia”.

La multinazionale ha investito gran parte delle risorse, previste nel protocollo di intesa, proprio sul fronte dell’upstream, alla fine accantonando la piattaforma Prezioso K e dando spazio alla realizzazione di una base a terra. “Gli investimenti vanno garantiti e monitorati – conclude Alario – per questo motivo, credo che solo il ministero possa fare da garante. Non accetteremo più nuovi ritardi né eventuali incertezze da parte di Enimed, che deve tornare ad investire nel sito locale”.

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