I sacchi in spiaggia dopo lo sversamento di idrocarburi, pagata l’oblazione: chiuso il giudizio

 
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Gela. Ha pagato un’oblazione da tredicimila euro e il reato è estinto. Si è chiuso così il procedimento penale a carico di Andrea Poppite, già responsabile della sicurezza per la società Nico. Era accusato di aver violato le procedure per lo smaltimento dei resti di idrocarburi, che si erano riversati in mare, dopo un guasto all’impianto Topping 1 di raffineria. Per i pm della procura, non sarebbero stati adottati i giusti protocolli, con i sacchi stoccati in spiaggia, comunque non considerati rifiuti pericolosi. Il suo legale di fiducia, l’avvocato Carmen Toro, ha chiesto ed ottenuto l’ammissione al pagamento di un’oblazione in denaro, che è stata versata per intero. Nel procedimento, erano parti civili il Comune, il Ministero dell’ambiente e le associazioni ambientaliste Amici della Terra e Aria Nuova, con gli avvocati Patrizia Comandatore, Joseph Donegani e Giuseppe Laspina.

Il guasto all’impianto Topping. Proprio le parti civili, però, hanno contestato la decisione, ritenendo che il pagamento non sia sufficiente a riparare il danno ambientale causato da quanto accaduto nel giugno di cinque anni fa. Il giudice Landoni, come chiesto anche dal pm Tiziana Di Pietro, che ha constatato il pagamento dell’intera oblazione, ha disposto l’estinzione del reato e la chiusura del procedimento.

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