I sindacati dicono no alla mobilità, in bilico 135 operai della Smim: tensione per i ritardi nei pagamenti

 
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Gela. I segretari provinciali dei metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm hanno ribadito il loro no alla procedura di mobilità avviata dai vertici della Smim. Si va all’ufficio del lavoro. Un provvedimento che dovrebbe riguardare 135 operai della storica azienda. Il nuovo no è arrivato al termine di un incontro tenutosi all’interno della sede del gruppo. La mobilità viene giustificata dai responsabili Smim, soprattutto facendo leva sulla riduzione di commesse da parte di Eni. A questo punto, davanti alla netta opposizione dei segretari Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese, il confronto si trasferirà all’ufficio provinciale del lavoro di Caltanissetta. Una soluzione decisiva, in grado di scongiurare la mobilità, potrebbe essere quella dello sblocco delle tranche straordinarie di ammortizzatori sociali previste dal decreto di area di crisi complessa. Una procedura, però, rivelatasi piuttosto farraginosa principalmente a causa delle scarse risorse finanziarie a disposizione.

Tensione per i ritardi nei pagamenti. Intanto, i lavoratori della Smim sono in agitazione: ci sarebbero ritardi nel pagamento degli stipendi. Da quanto trapela, gli operai avrebbero cessato ogni attività anche all’interno delle officine di contrada Piana del Signore. I sindacati hanno già chiesto una convocazione in prefettura. I responsabili aziendali, però, hanno confermato che i pagamenti verranno regolarizzati prima possibile.

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