I sindaci diffidano la Sap: entro fine mese la verità sull’informativa antimafia

 
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Gela. Dopo Caltaqua ecco un’altra grana. Questa volta riguarda il settore rifiuti. Il 15 febbraio, a distanza di otto mesi dalla richiesta dell’Ato Cl2, la prefettura di Agrigento ha inviato l’informativa antimafia sulla Sap, società che da circa un anno gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in città insieme alla Roma Costruzioni di Gela.

“Forti indizi su possibili collusioni con la criminalità”, è scritto nella relazione prefettizia. Per meno, molto meno, il Comune ha revocato l’appalto di Borgo Pignatelli e lo stesso ha fatto due giorni fa Caltaqua con la Entei. Adesso si potrebbe verificare la stessa identica cosa. Ieri pomeriggio il commissario liquidatore dell’Ato, Giuseppe Panebianco, ha convocato una riunione straordinaria dei sindaci dei comuni interessati. E’ stato deciso di chiedere alla Sap chiarimenti.

La risposta dovrà pervenire entro il 27 febbraio. Soltanto dopo l’assemblea deciderà se estromettere la ditta o continuare. L’appalto tra l’altro scade ad agosto. In caso di revoca i problemi sarebbero enormi. “Chi si accollerebbe il servizio per soli quattro mesi? E soprattutto – si chiede lo stesso Panebianco – chi mi garantirà che l’eventuale società subentrante non abbia gli stessi rischi di infiltrazioni?”. Il commissario liquidatore non le manda a dire. “Qui mi si chiede legalità, trasparenza, efficienza e poi però l’informativa arriva dopo otto mesi.

Nel giugno del 2010 la stessa Prefettura aveva fornito una informativa antimafia negativa. Non ci siamo proprio con i tempi. I tempi per lo svolgimento di una nuova gara d’appalto sarebbero comunque lunghi: ed il servizio di raccolta dei rifiuti non può di certo bloccarsi. Non si tratta di un appalto qualsiasi”. Da Firenze intanto il pentito Massimo Billizzi punta il dito contro alcuni imprenditori. “Erano collusi – ha detto – nell’inchiesta Munda mundis non sono state trascritte integralmente le dichiarazioni di Rosario Trubia e Marcello Sultano che parlavano degli accordi con gli imprenditori del settore rifiuti”.

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