I soldi chiesti ad un imprenditore locale, lui parla in aula: a processo un bracciante romeno

 
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Gela. I soldi li avrebbero chiesti proprio a lui, facendogli credere

che avrebbero potuto sventare un presunto piano di morte organizzato ai suoi danni. In aula, davanti al collegio penale del tribunale, ha parlato l’imprenditore che sarebbe stato preso di mira da due cittadini romeni, da diverso tempo residenti in città.
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Le richieste di denaro. A processo, in questo caso, c’è il quarantatreenne Marius Harmati, che venne arrestato insieme al presunto complice Marian Iacob, già condannato per gli stessi fatti. L’imprenditore, impegnato nel settore dell’autotrasporto, è parte civile, con gli avvocati Giacomo Ventura e Maria Elena Ventura. In aula, rispondendo alle domande del pm Federica Scuderi, l’imprenditore ha raccontato di aver avuto contatti solo con Iacob, che avrebbe ritirato anche una parte dei soldi chiesti, prima di essere bloccato dagli agenti di polizia del commissariato.
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Uno degli incontri si sarebbe tenuto all’interno di uno studio legale della città. Harmati, invece, non si sarebbe mai presentato davanti alla vittima, come ribadito dal testimone nel racconto reso in aula, rispondendo anche alle domande del difensore dell’imputato, l’avvocato Angelo Cafà. Per la difesa, infatti, l’imputato non avrebbe avuto alcuna conoscenza delle eventuali intenzioni del connazionale, limitandosi solo a garantirgli un passaggio in auto, dopo la giornata di lavoro in un’azienda agricola. Nuovi testimoni verranno sentiti nel corso delle prossime udienze.

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