I soldi imposti al titolare di un bar e la spedizione punitiva, condanne confermate: solo una ridotta

 
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Gela. Sono stati respinti i ricorsi dei difensori di tutti gli imputati. L’unica eccezione riguarda la posizione del romeno Catalin Toma (difeso dall’avvocato Giovanni Bellino) per il quale è stata annullata, senza rinvio, la condanna ma solo nella parte relativa alla contestazione del possesso di una pistola. L’entità del verdetto così si riduce a tre anni e due mesi a fronte dei quattro anni decisi invece nei precedenti gradi di giudizio. E’ questa la decisione emessa dai giudici della Corte di Cassazione. Tutti gli imputati erano accusati di aver chiesto la messa a posto al titolare del bar “Duomo”, in centro storico. Davanti al rifiuto, avrebbero poi organizzato una spedizione punitiva. L’esercente riuscì ad evitare il pestaggio rifugiandosi all’interno di un’altra attività commerciale della zona. L’arrivo di una pattuglia della guardia di finanza li condusse ad allontanarsi. Con la decisione emessa dai giudici romani diventano definitive le condanne impugnate. Tre anni e un mese di detenzione per Adrian Uncureanu, Nuccio Rinzivillo e Giuseppe Cannizzo, tre anni ad Emanuele Cannizzo e Roberto Di Stefano, sei mesi a Giuseppe Rinella. Il titolare del bar si è costituito parte civile nei precedenti gradi di giudizio (rappresentato dall’avvocato Alfredo D’Aparo).

I legali di difesa, invece, hanno sempre messo in dubbio la ricostruzione fornita dalla vittima e dagli inquirenti. Tra gli imputati e l’esercente, stando alla loro linea, i rapporti sarebbero stati già molto tesi a causa di presunte provocazioni messe in atto proprio dal titolare dell’esercizio commerciale. Tesi che però non è stata accolta dai giudici. Le difese sono state sostenute dagli avvocati Carmelo Tuccio, Maurizio Scicolone, Dionisio Nastasi e Francesco Bellino.

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