I sostenitori dell’ex sindaco battono un colpo: Legname, “dietro la sfiducia la politica con la p minuscola”

 
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L'ex sindaco Domenico Messinese durante la seduta del 7 settembre dello scorso anno che ne ha decretato la sfiducia

Gela. “Il 2018 è stato l’anno del fallimento della politica gelese”. Una politica “con la p minuscola” la definisce l’imprenditore Salvino Legname che adesso ha assunto il ruolo di presidente del gruppo di Sviluppo Democratico, il movimento fondato dai sostenitori dell’ex sindaco Domenico Messinese dopo l’espulsione decisa dai cinquestelle. Ci sarebbe proprio la “vecchia politica” dietro alla fine anticipata dell’esperienza amministrativa dell’ex grillino e della sua giunta, sfiduciati con due anni di anticipo rispetto alla scadenza naturale del loro mandato. “Sembra che i partiti si siano accorti di tutto, solo oggi, ma di fronte al fare sono imbarazzati ed inadeguati – dice – assumendo spesso un atteggiamento denigratorio fino al punto di decidere di lasciare la città senza un governo politico, in grado di decidere democraticamente le scelte più idonee per il bene dei nostri concittadini. Prima la sfiducia al sindaco, poi la falsa richiesta di licenziamento del commissario straordinario. E dopo cosa chiederanno? Mandare via i gelesi dalla città? Dimenticavo, a questo ci hanno pensato già con decenni di decisioni errate, prive di una visione strategica per il territorio”. Per Legname dietro alla sfiducia ci sarebbero solo “logiche di spartizioni partitiche”. L’esponente di Sviluppo Democratico, che ha sostenuto la giunta del sindaco Domenico Messinese, ritiene che anche il Pd locale continui a presentare ricette inconcludenti rispetto ai rapporti con Eni, richiamati negli ultimi giorni dal segretario Peppe Di Cristina. “Sentirlo dal segretario cittadino di quel partito, che alla continua ricerca di una ricetta elettorale per la risoluzione dei problemini della città, è stato la causa principale del disastro gelese – spiega ancora – non può che far sorridere, con amarezza, soprattutto quando dietro questi buoni propositi si celano i compitini di inizio anno, per ripercorrere le solite vecchie alleanze politiche che hanno mal governato questa città e che hanno portato alla sfiducia di un’intera assise civica”.

Legname attacca anche i grillini che hanno portato in municipio proprio l’ex sindaco Domenico Messinese. Il casus belli, questa volta, è il regolamento sul sistema di democrazia partecipata, contestato da Livio Aliotta, ex vertice del comitato di quartiere Macchitella e ora organizer del meetup grillino. “Come mai il coordinatore cittadino del Movimento 5 stelle critica oggi il documento votato proprio dai suoi ex consiglieri pentastellati? Quando si è incapaci di svolgere il proprio ruolo si cerca sempre l’alibi scaricando sugli altri le responsabilità del proprio fallimento. Perché Livio Aliotta, da rappresentante del Comitato di quartiere Macchitella, non ha presentato neanche un progetto? Il sindaco e la giunta uscenti hanno creato le condizioni affinché, oltre a parlare di democrazia partecipata si potessero mettere in pratica i buoni propositi dei cittadini tutti, passando dalle parole ai fatti. Tuttavia, per il 2019, noi di Sviluppo Democratico vogliamo portare alla città e ai nostri concittadini l’augurio di continuare a credere al cambiamento che passerà da un solo atto, il voto. Magari un gesto creativo e rivoluzionario che inciderà sul futuro dell’intera comunità, sperando che nel frattempo il commissario straordinario, tutto preso dai tagli ai servizi che con fatica la giunta ha mantenuto, sappia gestire l’ordinario senza perdere le opportunità create per il rilancio del territorio, che tra Patto per il Sud, Area di Crisi e Agenda Urbana contano circa mezzo miliardo di euro”. Non è ancora chiaro se gli ex sostenitori del sindaco Messinese riusciranno a trovare collocazione in vista delle prossime elezioni, intanto ne approfittano per battere un colpo.

3 Commenti

  1. lo scarico di responsabilità continua pensando di ritrovare la verginità polieconomicaammininistrativa di cui tutti nessuno è escluso,non vi crediamo più abbiamo capito con quale gente Gela è stata amministrata IO PREGO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE DI NON INDIRE PIù ELEZIONI A GELA E LASCIARE CHE IL COMMISSARIO FACCIA PIAZZA PULITA SOPRA TUTTI,MI DISPIACE MA NOI GELESI MERITIAMO QUESTO E ALTRO ALTRIMENTI RIPORTEREMO IN AMMINISTRAZIONE COMUNALE GENTE CHE CONTINUERA’ A FARE DANNI E NOI CONTINUEREMO A LAMENTARCI

  2. Caro amico e collega indignato anonimo,anch’io sono indignato,ma dietro le mie critiche e battaglie,ci sono sempre il mio nome e cognome.Sono anni che mi occupo di politica, anche se praticamente non ho potuto farla direttamente,a causa di gravosi impegni di lavoro e grandi sacrifici,così come sicuramente a fatto lei nella sua vita.Quindi non devo ricercare o camuffare alcuna verginità!Così come dice lei,anch’io credo che a Gela ci siano personaggi politicanti che nulla hanno a che vedere con la vera politica e lo hanno dimostrato i tanti consiglieri comunali che sono stati capaci anche di auto sfiduciarsi.La chiave per capire tali disastrose dinamiche,è la conoscenza dei veri fatti,i quali nessuno mai verrà a casa sua a spiegarli,quindi se lei è interessato a conoscere la verità,quella vera,purtroppo dovrà impegnarsi a ricercarla nei posti adeguati.Le faccio solo dei piccoli esempi e si ponga delle possibili risposte:Provi un po a pensare,come mai Domenico Messinese è stato sfiduciato? come mai non si sottomesso ad eventuali accordi ricattatori che gli proponevano in cambio alla non sfiducia?Ma lei non pensa che se Domenico Messinese avesse accettato quei vili accordi che una certa gentaglia gli proponeva,non sarebbe ancora sindaco di Gela?Se vuole, si dia delle risposte e forse troverà lei stesso la verità!Le auguro tanto bene.

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