“I veri traditori sono quelli del Pd”, Greco: “Del Cis non conoscevano nulla”

 
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Il sindaco Greco e il presidente Schifani

Gela. I dem, dal palco del teatro “Eschilo”, nel fine settimana appena trascorso, l’hanno tirato in ballo, per l’alleanza con il centrodestra e con partiti che tre anni fa era avversari della sua coalizione. A sei giorni dalle urne dell’election day, il sindaco Lucio Greco, forse per la prima volta, spara a zero contro il Pd. Negli scorsi mesi, non sono mancati i tentativi di ricucire i rapporti, mai veramente andati in porto. L’appoggio al candidato alla presidenza della Regione Renato Schifani ha messo definitivamente su poli opposti l’avvocato Greco e il Pd. Il segretario provinciale Peppe Di Cristina, candidato all’Ars, ha insistito sulle tante contraddizioni politiche del sindaco e della sua giunta. Greco ribalta il concetto e fa l’affondo ai dem. “La recente convention elettorale del Pd è diventata l’ennesima occasione utile per gettare fango sull’operato della mia amministrazione, con sfrontatezza e sfacciataggine. Mi sono sentito dare addirittura del traditore da alcuni esponenti del Partito Democratico, perché, a loro dire, ho scelto di allearmi con gli avversari di tre anni fa. Francamente – spiega Greco – resto basito da come si possano cambiare in questo modo le carte in tavola. Se c’è qualcuno che ha tradito la città è proprio il Partito Democratico, che appena un anno dopo le amministrative ha voltato le spalle al progetto che aveva sostenuto in campagna elettorale per accomodarsi tra le fila, decisamente più comode, dell’opposizione, che polemizza e critica ma non risolve i problemi. Miseri calcoli politici li hanno indotti ad abbandonare la maggioranza, senza mai chiarire le vere ragioni di quella scelta. Io sono rimasto in campo e mi sono assunto pure la responsabilità di andare a sbrogliare la matassa dell’emergenza rifiuti, che con fiducia avevo affidato proprio al Pd e all’allora assessore Grazia Robilatte. Sappia la città, che ho fatto una scelta di campo riguardo all’elezione del presidente della Regione per le ragioni esplicitate quando ho ufficializzato questa decisione”. L’avvocato parla di “bugie”, riferendosi anche al Contratto istituzionale di sviluppo e di fatto escludendo qualsiasi ruolo del Pd e dell’ex ministro Giuseppe Provezano, che a sua volta sabato ha parlato sul palco del teatro.

“Del Cis il Pd cittadino non sapeva assolutamente nulla, non conosceva nessuna delle opportunità che può dare al territorio, non conosceva nemmeno l’acronimo. Quando io e l’ingegnere Pietro Inferrera abbiamo avviato l’iter per la richiesta di riconoscimento eravamo all’anno zero. Noi abbiamo intrapreso un’interlocuzione con la presidenza del Consiglio, ed essendo all’epoca Giuseppe Provenzano il ministro per il Sud, è a lui che ci siamo rivolti. Solo in quel momento il Pd – aggiunge il sindaco – che ha governato per decenni e che ora si intesta la paternità di questo strumento, è stato coinvolto. Non solo. Provenzano era quasi riuscito pure a danneggiarci, visto che il suo intento era quello di allargare il Cis ad altre province, forse perché sono quelle alle quali attinge come bacino elettorale. A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina. Se dobbiamo ringraziare qualcuno per il fatto che l’iter per il riconoscimento del Cis sia in dirittura d’arrivo è l’attuale ministro per il sud, Mara Carfagna, che ha accolto le mie reiterate richieste e ha attivato le procedure necessarie. E non si dica che lo spunto per richiedere il Cis sia scaturito da logiche politiche, perché così non è. E’ avvenuto tutto solo tramite relazioni istituzionali con alte cariche dello Stato e alti dirigenti della pubblica amministrazione”. Nell’ultima settimana di campagna elettorale, il sindaco quasi ribadisce la scelta di campo e chiude ogni tipo di rapporto, anche istituzionale, con il Pd, in attesa dell’esito delle urne.

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