I voti dei boss al Comune di Niscemi, Giugno in aula: la difesa vuole l’abbreviato

 
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Giugno è stato condannato anche in appello per il presunto patto mafia-politica

Gela. Tra i referenti del presunto patto politico-mafioso che avrebbe consentito all’ex sindaco di Niscemi Francesco La Rosa di arrivare in municipio, alla amministrative di sei anni fa, ci sarebbe stato anche il boss Giancarlo Giugno. Quello che viene ritenuto dagli investigatori uno dei vertici di cosa nostra locale, si è presentato davanti al collegio penale del tribunale di Gela, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Marica Marino e Silvia Passanisi. Il suo difensore, l’avvocato Filippo Croce, ha scelto il giudizio immediato, mentre gli altri imputati coinvolti nell’inchiesta “Polis”, sono invece davanti al gup del tribunale di Caltanissetta. La difesa di Giugno ha subito chiesto di accedere al rito abbreviato. Una richiesta che verrà valutata dal collegio penale, ma che il pm della Dda di Caltanissetta Luigi Leghissa ha chiesto di respingere.

L’inchiesta “Polis”. In aula, l’avvocato Massimo Caristia, che rappresenta il Comune di Niscemi, su mandato del sindaco Massimiliano Conti, ha preannunciato la volontà di costituirsi parte civile, proprio per conto dell’ente, così come già accaduto nell’altro filone processuale. L’inchiesta “Polis” ha coinvolto, oltre a Giugno, Francesco La Rosa, Salvatore Ficarra, Francesco Spatola, Salvatore Mangione, Francesco Alesci, Giuseppe Mangione e i gelesi Carlo Attardi e Giuseppe Attardi. In aula, per decidere sulle richieste si tornerà a fine mese.

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