Ieri l’incontro con il M5S, oggi seduta straordinaria al Green Stream

 
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Gela. Il prefetto ha allertato i segretari sindacali. I dipendenti della Raffineria Gela non garantiscono i cambi turno.

La situazione rischia il tracollo. I lavoratori di Enimed, Eniservizi ed Enicorporate, dopo una lunga assemblea hanno proclamato lo sciopero tramite i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Usano parole dure contro il piano industriale dell’Eni, convinti che oltre ai lavoratori della raffineria penalizzerebbe anche quelli di Enimed, diretto e indotto. ”Siamo disponibili – dicono i lavoratori delle società Eni – a partecipare a tutte le iniziative utili a condurre la vertenza Gela verso una fase di contrattazione”. Ieri anche i grillini, con Giancarlo Cancelleri, hanno incontrato i lavoratori che da 11 giorni promuovono i blocchi alle strade di accesso della fabbrica. A rendere ancora più drammatico lo scenario è la notizia di licenziamento di 15 coibentatori dell’impresa Riva & Mariani. A maggio era stata la Tucam a licenziare 30 metalmeccanici. Gli stessi che si erano uniti al coro di protesta degli oltre cento della Smim impianti, costretti alla cassa integrazione perché l’impresa genovese dopo 54 anni non è riuscita ad accaparrarsi il contratto quadro di manutenzione degli impianti della fabbrica del colosso energetico Eni. In verità, anche l’accordo prefettizio, di assorbire le maestranze continua a essere ignorato a causa della volontà di non riavviare in città le linee produttive. L’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, motiva la decisione con la crisi che colpisce il settore della raffinazione. Secondo don Luigi Petralia, parroco dell’antimafia che opera nel difficile rione Scavone, “i vertici della Raffineria avevano pianificato la chiusura – accusa – Dopo il fermo tecnico del 15 marzo scorso non sono stati avviati gli interventi straordinari per consentire il riavvio degli impianti. Hanno solo atteso questo momento per abbandonare il territorio e prendersi gioco delle istituzioni”. Intanto ieri è saltato il tanto atteso confronti tra il governatore Rosario Crocetta e il senatore Giuseppe Marinello, presidente della commissione Ambiente del Senato. Lo stesso Marinello aveva parlato, dagli scranni dell’Aula consiliare di Gela, “di incontro importante a comprendere le azioni intraprese dalla Regione nell’ultimo anno, immediatamente dopo l’annuncio da parte di Eni dell’investimento di 700 milioni per riconvertire la fabbrica di contrada Piana del Signore alla produzione di gasoli di qualità”. Oggi, mentre a Roma si riunisce il Cda dell’Eni per definire il nuovo piano industriale, il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Fava, ha convocato una seduta straordinaria. L’assise civica, estesa anche ai lavoratori, alle 10,30 si riunirà per la prima volta presso l’impianto Green Stream. Domani, invece, su proposta di Rosario Gisana, vescovo della diocesi di Piazza Armerina, in tute le parrocchie dela città sarà rispettata una giornata di digiuno e di preghiera. Venerdì mattina si terrà lo sciopero generale nazionale proclamato dalle segreterie sindacali di Cgil, Cisl e Uil

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