Il blitz antimafia “Falco”, la Dda chiedeva misure più dure per gli indagati: arriva il no dal riesame

 
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Gela. Iniziano ad arrivare le prime decisioni dai giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta, tutte legate al ricorso presentato dai magistrati della Dda nissena che chiedevano l’inasprimento delle misure cautelari emesse nell’ambito del blitz “Falco”.

Molti ricorsi respinti. I giudici nisseni, infatti, hanno respinto i ricorsi presentati dai pm della Direzione distrettuale antimafia nissena. I magistrati della Dda hanno impugnato il contenuto dell’ordinanza firmata dal giudice delle indagini preliminari che, in realtà, ha imposto la misura del carcere solo al presunto capo della famiglia Emmanuello riorganizzata, ovvero il trantaduenne Gianluca Pellegrino.Nel blitz, sono finiti Alessandro Pellegrino, Giovanbattista Campo, Pietro Caruso, Emanuele Faraci, Orazio Tosto, Angelo Famao, Jonny Cavallo, Guido Legname e Giuseppe Di Noto. Per loro, sono scattati gli arresti domiciliari. Obbligo di firma per Rosario Perna, Gabriele Macchiarella, Loreto Saverino, Francesco Cuntrò, Angelo Scialabba e Nunzio Alabiso.Secondo gli investigatori, il presunto clan sarebbe stato attivo soprattutto nello spaccio di droga e nell’imposizione della messa a posto. Accuse che sono state respinte dai difensori. I legali degli indagati, inoltre, davanti alla richiesta di inasprimento delle misure cautelari, hanno ribadito le ragioni, già indicate nell’ordinanza dal giudice delle indagini preliminari. Ovvero, non ci sarebbero elementi certi per confermare l’esistenza di un vero e proprio clan mafioso.Nel pool di difesa, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Carmelo Tuccio, Davide Limoncello, Flavio Sinatra, Salvo Macrì, Maurizio Scicolone, Filippo Spina, Francesco Enia, Rocco Guarnaccia e Ignazio Raniolo.

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