Il blitz “Donne d’onore”, fissata l’udienza preliminare: i presunti ordini dal carcere

 
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Immagini di repertorio

Gela. Dovranno rispondere alle accuse dei pm della Dda di Caltanissetta davanti al gup del tribunale nisseno. E’ stata fissata per maggio l’udienza preliminare, scaturita dal blitz “Donne d’onore”. I carabinieri, coordinati dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia, riuscirono a risalire ai presunti affari della famiglia Liardo, che sarebbero stati orchestrati, dal carcere, direttamente da Nicola Liardo. Accuse sempre respinte dagli indagati. Il quarantatreenne, anche se detenuto, sarebbe riuscito ad impartire ordini, attraverso i propri familiari. Le accuse vengono mosse pure a Salvatore Crisafulli, Maria Teresa Chiramonte, Monia Greco, Giuseppe Liardo, Dorotea Liardo, Salvatore Raniolo, Calogero Greco, Carmelo Martines e Giuseppe Maganuco.

L’inchiesta “Donne d’onore”. Per gli investigatori, sarebbe stato garantito lo spaccio di droga ma anche un giro di estorsioni. In base a quanto emerso, il presunto spaccio si sarebbe retto sulle forniture che arrivavano da Catania, per il tramite di Salvatore Crisafulli. I soldi delle estorsioni, invece, sarebbero stati imposti ad alcuni esercenti della città. Davanti al gup, gli imputati dovranno rispondere alle contestazioni. Già in fase di indagine, assistiti dai difensori Giacomo Ventura e Davide Limoncello, gran parte dei coinvolti hanno negato l’esistenza di un gruppo in grado di eseguire gli ordini che sarebbero arrivati dal carcere.

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