Il blitz “Praesidium”, in appello difese puntano a concordato: nell’inchiesta furti e danneggiamenti

 
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L'operazione tra le strade di Sant'Ippolito

Gela. Sono già stati condannati in primo grado perché ritenuti componenti del gruppo che avrebbe messo a segno furti e danneggiamenti in città. La loro base operativa era tra le strade del quartiere Sant’Ippolito. Gli imputati coinvolti nell’inchiesta “Praesidium”, in appello, hanno deciso di affidarsi al concordato, che potrebbe consentirgli di ottenere una riduzione delle pene. Sulle istanze, anche la procura generale vuole valutare. L’esito verrà comunicato probabilmente alla prossima udienza, fissata per maggio. In primo grado, sono state pronunciate pesanti condanne. Sette anni e tre mesi di reclusione a Paolo Melilli, sei anni e dieci mesi a Giovanni Canotto, sei anni a Carmelo Meroni, cinque anni e otto mesi a Giuseppe Giaquinta e quatto anni e due mesi per Marzio Smorta. La condanna è stata emessa anche nei confronti di Niculai Cozma, un cittadino di nazionalità romena.

Tutti i difensori hanno fatto richiesta di concordato ai magistrati della Corte d’appello di Caltanissetta. Già ad inizio gennaio, all’avvio del giudizio, il ventiduenne Giovanni Canotto, ritenuto tra i più attivi dell’intero gruppo, ha reso noto di stare collaborando con la giustizia, dopo la decisione di parlare con i magistrati. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Salvo Macrì, Cristina Alfieri, Mariella Giordano, Giusy Ialazzo e Angelo Tornabene.

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