“Il candidato sindaco lo decide il centrodestra locale”, Giudice: “Primarie? Meglio di andare divisi”

 
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Giudice ritiene deludente il risultato dei "nuovi" leghisti

Gela. Sulla carta potrebbero essere in grado di trascinare elettoralmente la corsa del centrodestra locale, i leghisti però non hanno ancora una vera e propria organizzazione, almeno in città. In attesa di indicazioni certe che dovrebbero arrivare da Roma e Palermo, l’ex candidato a sindaco Antonio Giudice si schiera con chi vuole evitare ingerenze esterne. “Siamo stanchi di decisioni calate dall’alto – dice – il candidato a sindaco del centrodestra lo deve esprimere il gruppo locale. Non è più tempo di accordi trasversali per definire le scelte”. Un monito che altri esponenti della stessa area politica hanno già ribadito, davanti all’ipotesi che senza un accordo complessivo il nome del candidato a sindaco lo scrivano fuori dalla città. Giudice non esclude neanche l’ipotesi primarie. “Se non si dovesse giungere ad un’intesa tra tutti i gruppi cittadini di centrodestra – spiega ancora – allora, potrebbe essere una soluzione. Sempre meglio di andare divisi alle urne, come è già capitato in passato”.

Nonostante manchi una guida tra i salviniani locali, lo stesso Giudice e altri militanti verdi si preparano per la trasferta romana del prossimo 8 dicembre. “Saremo alla manifestazione indetta da Salvini – conclude – fino a qualche anno fa, eravamo pochissimi a partire. Adesso, invece, la delegazione dovrebbe essere molto più ampia”. Segno dei tempi, in una città che nel marzo scorso, dopo le urne per le legislative, si è scoperta pure leghista.

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