Ordinata la demolizione dell’hangar ma l’aviosuperficie non esiste già più

 
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Gela. Quell’hangar è stato espropriato e demolito per fare spazio al polo agro fotovoltaico più grande d’Europa. Per il Comune, però, la struttura è ancora esistente.

Il settore Urbanistica ha fatto recapitare un avviso di demolizione a Salvatore Mussoni, presidente dell’ormai ex avio-superficie Airone. I 20 soci hanno dirottato i loro 9 superleggeri in altre avio superfici dell’isola. L’amministrazione comunale butta acqua sul fuoco e blocca sul nascere le facili accuse. “Si tratta di una comunicazione di rigetto della pratica di sanatoria amministrativa avanzata dall’Airone – spiega Raffaella Galanti, dirigente del settore Urbanistica – Volevano sanare quell’hangar abusivo avviando una procedura. Nel frattempo la struttura è stata espropriata e demolita ma i proprietari non hanno inoltrato alcuna comunicazione alla ripartizione comunale. I tecnici sono andati avanti chiudendo il procedimento. Consideriamo l’iter come ottemperanza da parte della società Airone che, naturalmente, non dovrà pagare sanzioni amministrative”. “Da maggio dello scorso anno siamo stati costretti a lasciare posto al cantiere di realizzazione del polo-agro-serricolo-fotovoltaico Agroverde – replica Mussoni, oggi presidente del comitato Pro Espropriati – Le ruspe sono entrate in azione radendo al suolo la nostra avio-superficie e altre 120 proprietà, tra villette e terreni. Da allora attendiamo il rimborso dei terreni che ci hanno espropriato. Nel frattempo il settore Urbanistica – sottolinea Mussoni – ha inviato il decreto di demolizione dell’hangar che non esiste più. La vicenda lascia spazio a molte interpretazioni. Domani incontreremo il sindaco Angelo Fasulo, il presidente della cooperativa Agroverde e i partner del progetto per capire le motivazioni del ritardo sul pagamento degli espropri effettuati lo scorso anno. Per legge avrebbero dovuto anticipare l’80 per cento delle somme calcolate al momento dell’esproprio e il restante 20 per cento (saldo) entro il mese successivo. Siamo pronti a interrompere la trattativa e denunciare anche il Comune, se necessario. Sanno benissimo che possono fare ricorso alla fidejussione. Noi aspetteremo solo fino a domani. Speriamo di trovare un accordo oppure lunedì consegneremo tutto il fardello ai nostri legali. Gli avvocati sono pronti ad avviare una causa spostando il ragionamento dal Comune al Palazzo di giustizia”.

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