Il cuore di Sandra Cassarà si è fermato, restano i dubbi sui ritardi della Tac

 
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Gela. Non ce l’ha fatta Sandra Cassarà, la donna di 45 anni stroncata da un malore fulminante che l’aveva colpita martedì scorso. Il suo cuore ha cessato di battere nella tarda mattinata di ieri, nell’unità di Neurorianumazione del Policlinico universitario di Catania. Lascia il marito, un noto imprenditore, e una figlia ancora in tenera età. Non si danno pace i familiari, sotto choc per l’immane tragedia. Il male che ha colpito la donna, solare e piena di vita, è stato tanto subdolo quanto spietato. 

Da alcuni giorni Sandra accusava qualche banale dolore, di quelli che giornalmente affliggono ogni persona, anche quelle più sane. Poi a inizio settimana si è sentita male, si è accasciata. La corsa verso l’ospedale ha riservato una sgradita sorpresa: la Tac era guasta così i primi accertamenti diagnostici sono stati possibili solo dopo un pellegrinare da Gela a Niscemi a Catania. Poi l’amaro verdetto: lesioni cerebrali e emorragia. Un quadro clinco che non le ha lasciato scampo. Tanti gruppi di preghiera hanno sperato per lei, come i familiari, gli ultimi ad arrendersi ieri mattina. 

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