Il figlio Angelo ucciso da killer di cosa nostra, Salvino Legname si affida a Libera: “E’ vittima di mafia”

 
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Gela. “Il caso di mio figlio Angelo verrà seguito attraverso lo sportello che Libera avvierà a breve in città”. L’omicidio del diciottenne. Salvino Legname non ha rinunciato a chiedere la verità sulla sorte del figlio diciottenne Angelo, ucciso da giovanissimi killer, legati ai gruppi di mafia. La vittima, come confermato dalle indagini e dal successivo procedimento penale, non aveva invece nessun collegamento con le cosche. Venne preso di mira da un conoscente, a sua volta assoldato dai clan. Si tratta di Giuseppe Maniscalco, coetaneo della vittima al momento dei fatti e, addirittura, residente nello stesso stabile della famiglia Legname a Caposoprano. In assenza di riscontri sui motivi che condussero i picciotti di cosa nostra a colpire il figlio Angelo, Salvino Legname ha bloccato, almeno per il momento, l’intero iter per il riconoscimento dello status di vittima di mafia del giovanissimo morto diciotto anni fa e i cui resti vennero ritrovati in una zona rurale della città. Da anni, Salvino Legname chiede verità sulla fine del figlio. L’esecutore materiale non ha mai varcato il campo, collaborando con la giustizia. E’ però stato condannto per quei fatti. “Credo nei valori dell’associazione Libera che si batte contro ogni fenomeno mafioso – spiega ancora Salvino Legname – per questo motivo, ho deciso di fermare ogni altro percorso e mi sto affidando agli operatori del nuovo sportello per cercare di arrivare al riconoscimento dello status di vittima di mafia. Lo devo alla memoria di mio figlio”. Stando a quanto emerso dall’indagine “Monitum” di due anni fa e alle dichiarazioni rese dall’ex boss Rosario Trubia, oggi collaboratore di giustizia, sarebbero stati Giuseppe Maniscalco e Giovanni Di Giacomo ad allontanarsi insieme ad Angelo Legname il giorno della sua scomparsa. Da anni, Salvino Legname, titolare di una piccola azienda che si occupa di rettifiche ai motori, è alla ricerca della verità dopo il dolore provocato dalla barbara uccisione del figlio appena maggiorenne che, probabilmente, ha perso la vita per difendere i valori di legalità che da sempre accompagnano tutta la sua famiglia. Lo sportello dell’associazione Libera, come voluto dal coordinatore locale Giuseppe Spata, si occuperà anche di dare supporto legale ad eventuali vittime di usura e, ancora, a tutte quelle famiglie che sono state colpite pesantemente dalla crisi economica. Lo sportello dovrebbe aprire i battenti all’interno dei locali della chiesa di Santa Lucia.

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