Il “flop” dei cantieri Agroverde, il gip chiede gli atti d’indagine ai pm: gli ambientalisti si oppongono all’archiviazione

 
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L'inaugurazione del cantiere del polo mai realizzato

Gela. I magistrati della procura dovranno produrre gli atti dell’indagine attualmente aperta sul caso del polo fotovoltaico Agroverde.


I pm hanno chiesto l’archiviazione. Il gip Lirio Conti lo ha disposto dopo che i legali delle associazioni Aria Nuova e Amici della Terra si sono opposti alla richiesta di archiviazione di un secondo filone d’indagine, tutto incentrato proprio sulle vicende del polo fotovoltaico da anni fermo, e avviato su esposto presentato da Saverio Di Blasi ed Emanuele Amato, responsabili delle due associazioni locali. Per i magistrati della procura, che lo scorso gennaio hanno formulato la richiesta di archiviazione, si tratterebbe di “vicende datate la cui ricostruzione oggi, anche in termini fattuali, appare particolarmente fumosa”. Nella richiesta di archiviazione, si precisa inoltre che “non sono emersi elementi utili per l’identificazione degli autori del reato che, allo stato, appare peraltro incerto nella sua qualificazione e collocazione fattuale”. Gli ambientalisti e i loro legali Joseph Donegani e Salvo Macrì hanno presentato un’ampia documentazione con l’obiettivo di contestare la richiesta di archiviazione che andrebbe a chiudere l’indagine. In base a quanto emerge dall’atto di opposizione, nel corso degli approfondimenti i magistrati non avrebbero verificato diversi aspetti della vicenda. Vengono ipotizzati estremi di reato come la truffa e l’abuso di ufficio. Tra i grossi punti interrogativi messi in luce nell’atto di opposizione c’è la polizza fideiussoria che avrebbe dovuto garantire l’ente comunale rispetto all’ipotesi del fallimento dell’intero progetto. In questo caso, in base a quanto formulato dai responsabili delle associazioni, sarebbe stata violata la convenzione stipulata tra Agroverde ed ente comunale. Il Comune, fino ad oggi, non avrebbe mai avuto la possibilità di incassare quei soldi, destinati a soddisfare le richieste degli espropriati. Il possibile danno finanziario per le casse dell’ente sarebbe enorme. Non vengono trascurati neanche gli aspetti legati alle ricadute ambientali sull’area, dopo l’inizio dei primi lavori di sbancamento. Il giudice delle indagini preliminari Lirio Conti, così, ha concesso un termine di cinque mesi, periodo entro il quale i pm della procura dovranno produrre gli atti dell’indagine attualmente aperta sul caso. Solo dopo aver valutato gli atti, emetterà un verdetto sull’opposizione all’archiviazione.

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