Il gasdotto dei maltesi nelle aree vincolate, Giudice: “Piano di gestione da rispettare”

 
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Gela. “Non c’è ancora un progetto e quindi non si può dare un giudizio complessivo”. Emilio Giudice, responsabile della Riserva orientata Biviere, ha avuto un incontro preliminare con funzionari del governo maltese e con i tecnici delle società che si sono aggiudicate in appalto le commesse per le fasi preliminari al progetto del gasdotto che collegherà la sponda italiana con quella dell’isola. Malta ha lanciato un maxi investimento per avere rifornimenti di gas e già lo scorso anno ci sono stati i primi eventi pubblici con l’ex giunta Messinese. Le pipeline dovrebbero passare da una delle aree vincolate a ridosso del Biviere. “L’incontro l’hanno voluto per valutare diversi aspetti – dice Giudice – soprattutto sotto il profilo dei vincoli e dell’impatto ambientale. C’è un piano di gestione che va rispettato. Ho spiegato che inevitabilmente i costi saranno superiori perché viene interessato un territorio già duramente colpito dalle conseguenze ambientali”. L’area locale sarà il punto di partenza del gasdotto destinato a raggiungere l’isola di Malta. “Il fatto che mi abbiano voluto incontrare – continua Giudice – è comunque un segnale di un cambio di atteggiamento. Solo un anno fa, scelsero di concentrarsi sul lato politico, stringendo rapporti istituzionali. Adesso, invece, mi pare di capire che stiano valutando con attenzione la questione dei vincoli ambientali da rispettare”. Il bisogno di gas, probabilmente, sta convincendo i maltesi a rivedere l’approccio. Sullo sfondo rimangono le compensazioni.

“Prima di tutto bisogna capirsi sul concetto di compensazioni – dice ancora Giudice – quelle fino ad oggi assicurate al territorio locale non sono compensazioni ambientali, ma solo sociali. Anche quelle di Eni non le ritengo delle compensazioni. Per l’ambiente nessuno ha mai fatto nulla e la politica ha creato un disastro ambientale senza pensare ad una soluzione”. La Riserva orientata Biviere rientra tra gli enti competenti all’attuazione del piano di gestione che pone stretti vincoli, finalizzati ad impedire nuovi impatti sull’equilibrio di un territorio fortemente provato. “Non si può continuare ad inquinare – conclude – il criterio non è inquinare ancora dove si è già inquinato ma, viceversa, risanare dove è possibile”.

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