Il gasdotto dei maltesi, verifiche al ministero sull’area Sin locale: chiesti nuovi dati

 
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Gela. Il gasdotto che collegherà la costa locale a quella maltese, con approdo a Delimara, è da alcuni anni al centro di una serie di incontri preliminari. L’ex giunta Messinese ne fece una specie di bandiera, con visite ufficiali sia a Malta sia in città, dove si sono spesso viste delegazioni del governo dell’isola dei cavalieri. In questi mesi, però, proprio i maltesi stanno cercando di accelerare. Considerano strategico il gasdotto per ottenere rifornimenti certi. Uno dei nodi rimane il passaggio dall’area Sin, lungo il tratto gelese. Una zona vincolata che necessita di particolari autorizzazioni. A fine marzo, al ministero dell’ambiente, si è tenuta una conferenza di servizi. C’erano i funzionari ministeriali, quelli del governo di Malta e i tecnici della bolognese Lighthouse, società che si è aggiudicata i lavori per effettuare una batimetria di precisione del fondale marino, dal quale dovrebbe poi passare il tracciato delle pipeline. Allo stato attuale, come confermato dai responsabili della società, il tracciato proposto per la batimetria è al vaglio della soprintendenza dei beni culturali e ambientali. Per la parte sottocosta il gasdotto sarà installato con trivellazione orizzontale mentre sul fronte off-shore si prevede lo scavo di una trincea. Il ministero ha intanto chiesto un’integrazione della documentazione, compresi i risultati di una precedente caratterizzazione dell’area a mare del Sin locale effettuata da Ispra. Allo stesso tempo, proprio dal ministero è arrivato l’impegno ad un rilascio rapido dei pareri tecnici. Non è escluso un nuovo tavolo di confronto. Pare quindi che l’iter preliminare potrebbe definirsi in tempi brevi.

Alcuni rappresentanti della società incaricata dal governo di Malta già nelle scorse settimane, seppur informalmente, hanno avuto un faccia a faccia con Emilio Giudice, responsabile della Riserva orientata Biviere, che ha competenza sull’area Sin inserita nei piani. “L’incontro l’hanno voluto per valutare diversi aspetti – aveva detto Giudice – soprattutto sotto il profilo dei vincoli e dell’impatto ambientale. C’è un piano di gestione che va rispettato. Ho spiegato che inevitabilmente i costi saranno superiori perché viene interessato un territorio già duramente colpito dalle conseguenze ambientali”. Il punto di partenza, quindi, rimane il rispetto dei vincoli e del piano di gestione.

1 commento

  1. Ma la città di GELA cosa ci guadagna
    su questo attraversamento, ricordo che con il gas libico GELA doveva avere il riscaldamento delle serre con un grosso investimento degli Olandesi per la floricoltura
    e non se ne fece nulla adesso i Maltesi
    ma si dai, non chiediamo niente tanto questa è terra di nessuno dovrebbero vergognarsi i nostri politici

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