Il “giro” delle commissioni potrebbe ripartire, si stringe per la presidenza Bilancio: all’Urbanistica niente è scontato

 
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Gela. La prossima settimana, la commissione comunale bilancio potrebbe avere il nuovo presidente.

 

Bilancio e Urbanistica senza presidenti. Dopo le dimissioni del forzista Salvatore Scerra, è stata la democratica Romina Morselli a coordinare i lavori. Proprio dal centrosinistra, numericamente maggioranza in commissione, dovrebbe giungere l’intesa finale per individuare il nome del nuovo presidente. L’accordo tra Sandra Bennici di Sicilia Futura e i democratici Romina Morselli e Vincenzo Cirignotta, però, non sembra così blindato. Alla finestra, rimangono lo stesso Salvatore Scerra e il grillino Simone Morgana. Il presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia ha fissato una nuova convocazione proprio per la prossima settimana, nel tentativo di chiudere la partita politica.

Decisamente distante, almeno per ora, sembra invece l’accordo in commissione urbanistica, attualmente priva di un presidente dopo le dimissioni di Cristian Malluzzo, neo consigliere di Sicilia Futura. I lavori, negli ultimi tempi, sono stati coordinati da Vincenzo Cascino della Lista Musumeci. Si è ipotizzato il ritorno di Malluzzo a presiedere le attività, ma il consigliere di Sicilia Futura non appare così convinto della soluzione di una presidenza bis. Peraltro, se Sandra Bennici venisse scelta come presidente della commissione bilancio e Malluzzo accettasse di ritornare a guidare la commissione urbanistica, Sicilia Futura, in un sol colpo, potrebbe prendersi due commissioni, peraltro cruciali negli equilibri interni a Palazzo di Città. Il giro, però, potrebbe essere molto più ampio, anche in base a ciò che uscirà dalle urne delle primarie del Partito Democratico. In commissione urbanistica, starebbero montando malumori e non è da escludere che qualche esponente di centrosinistra chieda di cambiare aria, magari ottenendo la collocazione in un’altra commissione. Mosse che, ovviamente, potrebbe generare una specie di effetto domino politico, mettendo in discussione la composizione di tutte le commissioni.

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