Il governo punta al “blocca trivelle”, i lavoratori Enimed: “A Gela diretto e indotto a rischio”

 
6

Gela. Le sigle che si rifanno al movimento No-Triv continuano a farsi sentire, contestando i progetti previsti lungo la costa che da Gela arriva fino a Licata. Negli scorsi giorni, una manifestazione si è tenuta proprio nel comune agrigentino. Ma sono direttamente i lavoratori di Enimed, attraverso la rsu dei siti di Gela, Bronte, Mazara del Vallo, Ragusa e Gagliano a chiedere che il governo non confermi il cosiddetto “blocca trivelle”, ovvero un provvedimento che sospenderebbe per i prossimi tre anni qualsiasi rilascio di concessioni alle aziende del settore. “Le Rsu di Enimed più volte negli incontri aziendali hanno proposto e ottenuto la modifica del progetto Argo Cassiopea – scrivono in una nota congiunta – che prevedeva la costruzione di una piattaforma a mare, sostituendola con un impianto a terra, così da ridurre l’impatto ambientale e garantire la continuità lavorativa dei dipendenti Enimed che in Sicilia sono circa 500 del diretto e 3.000 dell’indotto. La costruzione dell’impianto a terra garantirà per i prossimi due anni l’impiego della forza lavoro dell’indotto storico della raffineria di Gela”. Per i rappresentanti dei lavoratori del gruppo l’eventuale stop potrebbe incidere sulla tenuta occupazionale, anche nel sito locale. “Tutto questo è avvenuto perché in questi anni abbiamo lavorato per creare un’alleanza tra salvaguardia ecologica e la crescita economica e occupazionale, questo grazie ad un modello di relazioni industriali con assunzioni di responsabilità da parte delle Rsu per la crescita eco-compatibile del nostro territorio – scrivono ancora – secondo noi si può coniugare il turismo con lo sfruttamento delle risorse energetiche. Non serve un ambientalismo radicale, perché tutto questo nega ogni attività industriale. Serve un piano energetico credibile e non populistico. La sospensione dei permessi potrebbe mettere in discussione i progetti in essere e, di conseguenza, l’occupazione dei lavoratori del diretto e dell’indotto. Ciò sembra un atto estremamente vessatorio nei confronti dei lavoratori di questo settore”.

Già da tempo, i sindacati hanno lanciato messaggi decisamente preoccupanti sul calo produttivo di Enimed nell’area locale e ora i lavoratori temono che il governo possa dare un colpo di spugna ai progetti sui quali si è basato il protocollo d’intesa di cinque anni fa. “Il progetto Argo Cassiopea è un giacimento a gas, che ad oggi è l’unica fonte pulita visto che il passaggio alle fonti rinnovabili ha bisogno ancora tanti anni di ricerca – concludono – questa scelta di politica energetica riguarda tutto il paese ed in modo particolare la nostra regione che pagherà un prezzo altissimo e avrà un effetto devastante sull’economia siciliana. L’aumento del prezzo del gas per le famiglie del 6,1 per cento, con un incremento di 4,7 centesimi al metro cubo che abbiamo pagato nell’ultima bolletta, è dovuto alla situazione di tensione dei mercati energetici europei, poiché l’Italia è dipendente dall’estero per mancanza di un piano energetico nazionale. Se non si avvia un piano energetico serio, queste scelte porteranno le famiglie a diventare più povere”.

6 Commenti

  1. Le regole valgono per tutti, nel cronoprogramma dei 5 stelle c’è riportato no alle trivellazioni!
    Quindi devono mantenerlo come a gela, come in Sicilia e come a ravenna.
    Sviluppate il turismo, ne aveva parlato la politica gelese, che fine ha fatto?
    Quindi no trivelle pure per gela!
    Saranno avviate degli scioperi se verranno prese delle posizioni da eni
    Med

  2. Cari ambientalisti lasciate le macchine e le vostre moto a casa ,d’ ora in avanti camminate a piedi accendete il fuoco con le pietre non indossate indumenti e scarpe da materiale plastico e acrilico andate a pescare con la vostra canna da pesca e coltivatevi il vostro appezzamento di terreno
    Solo ipocrisia

Rispondi a Gelone Cancella la risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here