“Il lavoro e le denunce in aula non portano voti…”, l’amarezza di chi saluta il consiglio comunale

 
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Gela. “Denunce pesanti come quelle sul caso Agroverde, sulla gestione del sistema di sosta a pagamento o sui debiti fuori bilancio sono servite a poco”. “La politica si fa anche fuori dal municipio”. Lo spiega con un po’ d’amarezza l’esponente di Reset 4.0 Terenziano Di Stefano, tra quei consiglieri comunali uscenti non riconfermati. “Purtroppo – continua – abbiamo dimostrato di poter sollevare pubblicamente vere e proprie incongruenze dell’amministrazione comunale ma il voto non ha premiato né me né altri ex esponenti del civico consesso. In ogni caso, sono pronto a mettere a disposizione la mia esperienza sia con l’eventuale sindaco Domenico Messinese sia nel caso di una riconferma dell’uscente Angelo Fasulo. La politica si fa anche fuori dal municipio”. Nelle prossime ore, Di Stefano e gli altri esponenti delle liste a sostegno di Giuseppe Di Dio s’incontreranno per definire il da farsi. “Dare indicazioni di voto ai nostri elettori? E’ impossibile – ammette lo steso Di Stefano – saranno loro a decidere se votare Messinese o Fasulo. Sicuramente, dopo il primo turno, la città ha già espresso un proprio giudizio sull’amministrazione uscente”.

“Tanti voti agli ex assessori ma pochi al sindaco uscente”. L’amarezza traspare anche nelle considerazioni dell’ex capogruppo del Pd al civico consesso Giacomo Gulizzi. “Ho fatto quello che dovevo anche sul piano dei voti ottenuti – spiega – sarebbe invece interessante capire come mai il candidato Angelo Fasulo subisca questa flessione elettorale davanti a tre suoi ex assessori che, invece, riescono a conquistare ciascuno una media di circa 600 voti. Questo è un fattore sicuramente da approfondire. Mi spiace non aver ottenuto la riconferma dopo il lavoro svolto in consiglio comunale e in commissione bilancio. Siamo riusciti a far emergere temi quasi dimenticati come quelli legati agli obblighi dell’Eni verso la nostra città”.

La preferenza di genere sottovalutata. Nuccio Cafà, altro esponente democratico non riconfermato al civico consesso, punta sulla candidatura di genere. “Forse – ammette – ho sottovalutato la possibilità di correre insieme ad una candidata. Sicuramente, nel campo del centro sinistra, noi consiglieri uscenti, con i voti ottenuti, avremmo potuto avere maggiore possibilità in altre liste. Oramai, è andata così”. Una sorte, quella della mancata conferma, toccata ad altri consiglieri uscenti. Dal democratico Giuseppe Manfrè al rappresentante del Polo Civico Santino Giocolano passando per Salvatore Cauchi, Salvatore Liardo, Antonino Ventura e Giuseppe Morselli che, però, attende ancora l’esito del ballottaggio. La vittoria di Angelo Fasulo farebbe scattare un terzo seggio al suo Polo Civico Popolare, portandolo nuovamente tra i banchi dell’aula consiliare.

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