Il “mandante morale” nell’attentato a Siciliano, Scerra: “Sfogo irresponsabile…il sindaco spieghi”

 
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Una Jeep data alle fiamme (foto archivio)

Gela. “Un irresponsabile sfogo da censurare”. Il capogruppo di Forza Italia Salvatore Scerra rimanda pubblicamente al mittente le parole, pronunciate dal vicesindaco Simone Siciliano, dopo l’attentato incendiario che ha distrutto la sua automobile, in via Cicerone. L’assessore, sostenuto dal sindaco Domenico Messinese, ha collegato quanto accaduto al clima di tensione politica. Un’opposizione costante all’azione della giunta, che stando al vicesindaco, potrebbe aver armato la mano degli incendiari. Messinese e Siciliano hanno lanciato il dubbio su un possibile “mandante morale”, da rintracciare probabilmente nell’opposizione politica. Il forzista, che due anni fa fu vittima a sua volta di un grave atto intimidatorio, con l’automobile data alle fiamme nei pressi dell’abitazione di famiglia in piazza Roma, ha deciso di scrivere al sindaco, chiedendo spiegazioni sulle affermazioni successive all’azione di fuoco. “Le sia chiaro, innanzitutto, il mio personale sdegno e la mia incondizionata reazione contro il gesto vile e vigliacco compiuto ai danni dell’ingegnere Simone Siciliano – scrive Scerra – a cui ho già avuto occasione di manifestare tutta la solidarietà e la vicinanza del gruppo di Forza Italia e quella mia personale. L’ho fatto, con la convinzione di poter essere in qualche modo vicino a chi, come me e come tanti altri cittadini gelesi, ha dovuto sperimentare quanto forte possa essere il sentimento di frustrazione mista a impotenza”. Scerra, però, accusa il primo cittadino e il suo assessore di riferimento di “mistificazione”. “Le deve essere però chiaro che dalle nostre iniziative politiche e da quelle democraticamente espresse dagli altri gruppi consiliari – continua – non può pretendere di trarne una spropositata, inconsueta e gravissima mistificazione di fatti e contesti, che rischia di attentare a quel minimo equilibrio nei rapporti tra organi istituzionali e istituzioni cittadine che, mi è d’obbligo rammentarle, deve necessariamente esistere a presidio e garanzia di tenuta dei valori fondanti la democrazia di questo paese”.

“Reazione imprudente”. Il forzista rivendica l’opposizione politica del suo gruppo e delle altre forze che in consiglio comunale si sono schierate contro la giunta, chiedendo più volte il “licenziamento” del vicesindaco. “Mi addolora l’imprudente reazione che collega il vile gesto criminale a contesti di dialettica e confronto, che sono invece di esclusiva matrice politica – scrive ancora il vicepresidente del consiglio comunale – leggendo le dichiarazioni del suo assessore, colgo al di là dell’intuibile sentimento di rabbia e amarezza per l’episodio subito, quasi un pizzico di rivalsa contro le decisioni del consiglio comunale, da cui non ha sinora mai avuto il riconoscimento necessario per rendersi credibile come soggetto politico, in quanto amministratore pubblico e componente della sua giunta. Le è sicuramente noto il giudizio fortemente critico e negativo sull’operato del suo assessore e della sua stessa giunta. Lo abbiamo sinora sempre manifestato, non avendo avuto sin qui possibilità di cogliere in nessuna della sue proposte e iniziative politiche un qualche risultato utile o positivo per la città da lei amministrata, da ultimo facendoci diretti portavoce della quasi maggioranza dei cittadini, nel proporre la sua sfiducia. Lei ha del resto sempre dribblato sulle questioni poste al centro del dibattito politico, ignorando tutti gli appelli a lei rivolti per far sì che la città potesse evitare di annaspare di fronte alle mille difficoltà che la sua amministrazione non ha ancora avuto la capacità di affrontare”. A questo punto, Scerra non lancia altre richieste, se non quella che il sindaco chiarisca il senso di dichiarazioni “da censurare”. Quella del vicepresidente dell’assise civica è una delle pochissime prese di posizione pubbliche, dopo quanto accaduto a Siciliano. Prima di lui, solo il capogruppo di Noi con l’Italia Vincenzo Cirignotta e il segretario cittadino del Pd Peppe Di Cristina hanno respinto il collegamento tra l’attentato incendiario e l’eventuale “mandante morale” (leggasi politica). Una richiesta di chiarimenti indirizzata al sindaco, che arriva da chi un attentato incendiario, altrettanto plateale, l’ha già subito.

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