Il maxi sistema delle compensazioni illecite, 65 coinvolti: nell’indagine imprenditori e professionisti

 
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Finanzieri e pm della procura hanno scoperto il presunto sistema

Gela. Sono decine le società, soprattutto del nord Italia, che avrebbero fatto da sponda al sistema ideato e strutturato dall’imprenditore trentatreenne Rosario Marchese. False compensazioni fiscali per ottenere crediti non dovuti, raggirando l’erario. La base logistica sarebbe stata in città, ma ormai gli interessi di Marchese e dei suoi referenti principali si erano spostati nel nord Italia. E’ molto dettagliato l’elenco delle aziende che sarebbero state usate come schermo per la presentazione dei modelli F24, che davano accesso alle compensazioni. Come anticipato la scorsa settimana, le indagini sono state chiuse. I pm Eugenia Belmonte e Mario Calabrese non hanno valutato solo il presunto nucleo di Marchese, ma l’indagine si è estesa anche a chi avrebbe ottenuto vantaggi fiscali illeciti dal “lavoro” portato avanti dal gruppo. Per il trentatreenne, da poco raggiunto da altri provvedimenti di custodia cautelare in carcere, al termine dei blitz “Stella cadente” e “Leonessa”, i magistrati hanno chiesto e ottenuto il giudizio immediato. In totale, sono sessantacinque gli indagati. In base alle accuse, tutti avrebbero saputo che mettendosi nelle mani di Marchese avrebbero ottenuto sgravi non previsti, attraverso la via di investimenti in aree svantaggiate, che in realtà sarebbero esistiti solo sulla carta. L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato ai legali dello stesso Marchese e ancora di Gianfranco Casassa, Alberto Sessa, Roberto Edoardo Golda-Perini, Valentina Bellanti, Giuseppe Nastasi, Salvatore Sambito, Ilario Rubbio, Carlo Zanti, Claudio Bruno, Luciano Filippini, Rosario Reina, Mario Castelluccia, Cinzia Casto, Marco Lorenzini, Giuseppe Tramontana, Marcello Bresci, Silvio Sapienza, Ignazio Trubia, Giuseppe Coriale, Leonardo Schiera, Luigi Di Sazio, Andrea Calabrese, Giuseppe Torno, Luca Pansini, Salvatore Ferrante, Vincenzo Abruzzo, Francesco Dragone, Giovanni Schifano, Antonio Santoiemma, Josè Pelasgi, Daniele Liberati, Luca Birbes, Ivan Sorrenti, Antonio Rinciani, Giuseppe Lanaro, Giuseppe Vitale, Michele Santobuono, Franco Pettenazza, Paolo Zanoletti, Giovanni Ceglia, Vittorio Savoldelli, Alessandro Sartore, Gianfranco Vedelago, Cinzia Alasonatti, Anna Maria Valentino, Pierino Chindamo, Antonino Mandaglio, Umberto Palumbo, Marco Tagliavia, Daniela Spinelli, Walter Guzaman Anampa, Bernardo La Susa, Giulio Cristina, Enrico Zumbo, Luca Girardi, Ernesto Trezzi, Simona Bolzanella, Marco Belardi, Luciano Sallia, Tania Messina, Naser Hyseni, Giuseppe Serio e Simone Malatessta.

I pm della procura e i militari della guardia di finanza hanno ricostruito un sistema piuttosto sofisticato, che avrebbe generato enormi profitti, per un ammontare stimato di circa ventidue milioni di euro. A beneficare dei “servizi”, anche imprenditori e professionisti locali, che secondo gli inquirenti avrebbero tratto consistenti vantaggi fiscali. Tra i legali di difesa, ci sono gli avvocati Flavio Sinatra, Giovanna Zappulla, Giovanna Cassarà, Giovanni Cannizzaro, Francesco Enia, Ivan Bellanti, Giusy Ialazzo, Enrico Aliotta, Nicola Martello, Rocco La Placa, Michele Aliotta, Giuseppe Dacquì, Antonio Gagliano, Elio Lembati e Paolo Testa.

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