Il maxi sistema delle compensazioni illecite, aperto dibattimento: perizia su intercettazioni

 
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Gela. Sarebbero stati ai vertici di un presunto gruppo, capace di frodare il fisco per circa ventidue milioni di euro. Il sistema sarebbe stato sempre quello delle compensazioni non dovute. L’indagine condotta dai pm della procura ha consentito di ricostruire i rapporti tra il trentatreenne Rosario Marchese e decine di aziende, anche del nord Italia. Non solo gruppi imprenditoriali, però, visto che a Marchese e a presunti intermediari si sarebbero rivolti professionisti e imprenditori. Davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, è stato aperto il dibattimento. Il giudizio immediato ha portato davanti ai magistrati sia Marchese (difeso dagli avvocati Giovanna Zappulla e Domenico Servillo) che l’agrigentino Rosario Barragato(rappresentato dai legali Flavio Sinatra e Giovanni Lomonaco). E’ stato nominato un perito, che si occuperà di trascrivere il contenuto delle intercettazioni.

L’indagine è stata molto più ampia e ha coinvolto più di sessanta persone. Per il filone madre dell’inchiesta si attende la fissazione dell’udienza preliminare. Marchese, di recente, ha iniziato ad indicare alcuni particolari della sua attività illecita, parlando con i magistrati bresciani, che coordinano un’altra maxi indagine che lo vede coinvolto, quella ribattezzata “Leonessa”.

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