Il museo del mare, due anni per decidere controversia tra aziende: Cga conferma iniziale affidamento

 
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Gela. Due anni per arrivare ad un verdetto che, a questo punto, dovrebbe essere definitivo. I magistrati del Consiglio di giustizia amministrativa hanno ribaltato il verdetto sull’appalto per l’assegnazione dei lavori del museo del mare, quello che dovrebbe ospitare i resti delle navi arcaiche ritrovate negli anni lungo i fondali della costa locale. Un progetto sponsorizzato da buona parte della politica locale, ma che ad oggi rimane solo sulla carta, bloccato anche da dissidi giudiziari. Nonostante l’originario affidamento all’Ati costituita da Euroinfrastrutture srl e Gf costruzioni srl, la vicenda si è trasferita tra le aule della giustizia amministrativa. I responsabili dell’azienda risultata seconda classificata, la “La Placa Angelo srl”, hanno contestato la decisione assunta dai tecnici dell’Urega provinciale. Nell’offerta ritenuta migliore, sarebbe mancata documentazione tecnica, a cominciare dalla relazione geologica. I giudici del Tar Palermo, così, diedero ragione al gruppo ricorrente, annullando l’iniziale affidamento. L’Ati composta da Euroinfrastrutture srl e Gf costruzioni srl si è rivolta al Cga. Adesso, arriva il ribaltone. L’iniziale assegnazione all’Ati è da confermare. I magistrati hanno ritenuto valida la documentazione prodotta nell’offerta iniziale, escludendo anomalie rispetto alla relazione geologica. Per valutare tutti gli aspetti, è stato nominato un docente universitario, con il compito di analizzare i dati forniti. Nonostante la decisione vada a rivedere del tutto il primo verdetto del Tar, i giudici vanno oltre.

Si sono soffermati su un punto ritenuto sensibile, “il collegio non può però sottacere il fatto che il verificatore ha manifestato, con l’occasione, anche delle penetranti osservazioni critiche di base, esprimendo “la pressante necessità di avere … misure più attendibili per la definizione della risposta sismica locale del sito”, e questo vieppiù alla luce dell’aggiornamento delle Norme Tecniche per le Costruzioni (N.T.C.) operato con d.m. 17 gennaio 2018 (c.d. NTC 2018). In particolare, il verificatore ha affermato che “i calcoli effettuati in sede di redazione della originaria relazione geologica sono da considerarsi inconferenti, non in quanto tarati su una costruzione diversa da quella da realizzare in base al nuovo progetto, ma perché non tengono conto della necessità della caratterizzazione del sottosuolo per una definizione adeguata delle azioni sismiche”. Con il verdetto appena formulato, l’iter dei lavori potrebbe riprendere, sempre che non si verifichino nuove “sorprese”.

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