Il nucleare di Eni in città, il caso in parlamento: Gelensis, “la città non va svenduta”

 
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Gela. La ricerca sulla fusione nucleare Eni ha deciso di portarla in città. L’intesa tra la multinazionale e il Consiglio nazionale delle ricerche risale agli scorsi giorni. Venti milioni di euro già stanziati per quattro laboratori in Italia, compreso quello sulla ricerca della produzione di energia da fusione nucleare. La vicenda, però, arriva alla Camera dei deputati, con la parlamentare Carolina Varchi che ha deciso di presentare un’interrogazione al ministro dello sviluppo economico. Una mossa successiva alle richieste giunte dagli esponenti di Gelensis populus, che vogliono fare chiarezza sulle intenzioni di Eni e sull’eventuale ipotesi di sperimentare la fusione nucleare, nell’area locale. Il timore sono le conseguenze dell’ennesimo impatto ambientale, in un territorio già martoriato dall’industria pesante.

“La città non va svenduta ancora”. “Intendiamo informare la cittadinanza – dicono i rappresentanti di Gelensis populus – che saremo in guardia su qualunque progetto venga calato dall’alto, senza tenere conto del parere dei cittadini. Invitiamo anche il sindaco e l’assessore competente, fino ad ora rimasti in assoluto silenzio, a fare chiarezza e a vigilare. Non vogliamo che il territorio venga svenduto ulteriormente”.

10 Commenti

  1. Biomasse, nucleare, ma nessuno parla di che fine fanno gli scarti di queste lavorazioni……forse verranno bruciati???? Diventeremo un grande inceneritore o termovalorizzatore per la “munnizza” Ma come? Hanno chiuso la Raffineria perché il petcoke era uno scarto che non si poteva lavorare(Come invece fanno a Sanazzaro)e ora possiamo lavorare e bruciare tutti gli scarti immaginabili…???????

  2. Si si, lamentatevi, intanto i nostri giovani vanno a lavorare nelle stesse industrie pero’ all’estero. Piuttosto pensate a come trattare l’argomento, sempre nel rispetto dell’ambiente certamente, ma cercate tutti i modi possibili di portare investimenti nell’area industriale.
    P.S. dimenticatevi di trasformare l’area industriale della raffineria e dintorni in Hotel ecc.ecc. perche’ , sapete benissimo, che non ci diventera’ mai, piuttosto facciamo di Gela un polo industriale all’avanguardia.

    • Prima di fare il cattedratico, informati delle condizioni in cui si trova attualmente il sito di FUKUSHIMA E DINTORNI, perché mica te lo vengono a dire al “TELEGIORNALE PER POLLI” DI RAI/MEDIASET/LA7 !!

    • Lorenzo , tu sicuramente sarai un dipendente e ti duole, perché ovviamente vuoi rimanere a lavorare nella tua città, il discorso della ricerca viene proposta per non fare le bonifiche, poi anche spiegami perché con tanti posti in Italia eni sceglie Gela ( non penso perché voglia rivalutarlo)

  3. Non ci posso credere che questi signori vogliono rovinare il nostro territorio piu’ di quanto lo hanno rovinato!!!!!!!!!!e con le malattie polmonari che si sono susseguite e l’avvelenamento del territorio.Chi di dovere deve impedire questo scempio. E voi politici seduti dietro le poltrone alzate il culo e proteggete le gene razioni che verranno!!!!NO A UNA NUOVA CHERNOBYL !!

  4. ENI non può disporre del territorio di Gela e della sua popolazione come meglio le conviene facendo accordi senza chiedere preventivamente cosa ne pensano le persone coinvolte.

  5. io vorrei dire a tutti i signori AMBIENTALISTI che oggi esistono delle tecnologie che abbassano i limiti quasi al nulla, vi lamentate soltanto pero’ la lampadina a casa la volete accendere o no? o volete tornare ai lumini a cera? l’industria vedetela dal lato del benessere piuttosto, e siate bravi nella contrattazione per avere in cambio il massimo possibile. La rinuncia al nucleare in Italia ha prodotto un potenziamento in Francia e in Germania che si sono arricchiti coi nostri soldi perche’ ci vendevano energia mettendo le loro centrali ai nostri confini che se “scoppia” come si suol dire il danno ce l’abbiamo ugualmente, e allora mi chiedo , ne e’ valsa la pena?

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