Il “poliziesco” tra le pagine de “L’Opera dei pupi”, Cantella e il suo commissario Paternò

 
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Gela. Gela, poi il trasferimento a Milano, la carriera da giornalista sportivo e, adesso, la sua penna incrocia le storie di un commissario di polizia. Il commissario Paternò. Gabriele Cantella ha scelto di presentare al pubblico, proprio in città, la sua raccolta di racconti intitolata “L’opera dei pupi”. Sei in totale e la gran parte con un unico protagonista, quel commissario Paternò che, appunto, sembra muovere le vicende raccontate da Cantella. Il filone narrativo, intriso comunque di evidente sicilianità, non si sottrae ad echi di Camilleri, Carofiglio e della tradizione del poliziesco che, ad esempio in Spagna, si traduce nelle trame disegnate da Manuel Vazquez Montalban con il suo detective privato Pepe Carvalho. Per Cantella, “le indagini del protagonista hanno sempre una soluzione e veicolano un messaggio legato al concetto di giustizia e ai vari modi con cui più volte l’uomo vuol servirsene”. L’autore, anche durante la presentazione in città, non ha escluso che i sei racconti proposti in “L’opera dei pupi” possano essere solo il tramite per arrivare ad un’analisi ancora più approfondita del commissario Paternò, magari dedicandogli un intero romanzo. Del resto, Andrea Camilleri e i suoi emuli insegnano. Alla presentazione, hanno preso parte anche il legale Dario Federico e il giornalista Andrea Cassisi.

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