Il prefetto: la metà degli incendi di negozi sono una truffa tentata dalle stesse vittime

 
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Gela. Dieci carabinieri in più a partire da oggi, quattro volanti dell’anticrimine da lunedì prossimo, potenziamento del sistema di vide sorveglianza. Sono questi i punti nevralgici su si concentrerà l’attenzione delle istituzioni per contrastare il fenomeno degli incendi.

Lo ha svelato il prefetto Carmine Valente, che ha voluto e presieduto il comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico. Sono stati adottati provvedimenti concreti, che saranno messi in campo subito. I 10 militari presidieranno il territorio soprattutto nel corso della notte, quando cioè la mano criminale entra in gioco. Il prefetto ha anche ipotizzato un uso più efficace delle guardie giurate, che dovrebbero però agire in supporto alle forze dell’ordine, ma in borghese. Il prefetto però non è convinto che dietro gli incendi ci sia la mafia o la criminalità organizzata. “Per il 50-60 per cento dei casi gli incendi dei negozi sono auto dolosi. Dietro c’è una truffa. La presenza di armi da sparo è invece preoccupante. Spesso anche i furti in appartamento si fanno per questo motivo”.
Sulla cosiddetta guerra del pane però non si sbilancia. “Ci sono indagini in corso”, si è limitato a dire sorridendo”.

“C’è un attenzione verso questo territorio gli ultimi dati sugli incendi di auto – ha detto il prefetto – Il trend è più o meno normale e non in aumento rispetto allo scorso anno”. Secondo il procuratore Lotti negli ultimi quattro anni sono aumentati i furti in appartamento. Sono i classici reati che Valente ha definito “odiosi”. “Abbiamo fatto una analisi approfondita sulla criminalità comune – ha continuato – ma più allarmante per la gente che subisce questi reati. Spesso sono incendi causati da ripicche, liti tra condomini, questioni di vicinato. Non c’è l’estorsione alla base. Certamente avere 160 auto incendiate in un anno per piccole vendette non fa piacere ma sarei più preoccupato se alla base ci fosse il racket”.

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