Il progetto “Ciliegino” fermo da anni, in municipio si tenta di stringere su terreni ed espropri

 
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Una delle ex aree di cantiere

Gela. Il progetto “Ciliegino” di Agroverde, nonostante centinaia di espropri e un cantiere partito e poi bloccato dopo poche settimane, da sei anni è uno dei troppi punti irrisolti che ancora non trovano soluzione in municipio. Nel frattempo, si sono avvicendate due diverse amministrazioni comunali a Palazzo di Città, senza che sia mai arrivata una conclusione certa. Il cantiere è perennemente fermo, le aree sono state sbancate e i proprietari non sono mai stati indennizzati. Negli ultimi giorni, in municipio si è tenuto un altro incontro. Il commissario Rosario Arena e i suoi dirigenti sembrano intenzionati a chiudere la partita. Tra le ipotesi che erano emerse a fine gennaio, dopo un’altra riunione, c’è quella della restituzione delle aree ai legittimi proprietari, che in questo caso verrebbero indennizzati dall’azienda interessata a subentrare nell’investimento, inizialmente presentato come decisivo per le sorti dell’economia locale e basato sulla produzione di energia, da destinare anche al polo agricolo. “Devo dire che rispetto al passato – spiega l’avvocato Giuseppe Nicosia commissario liquidatore dell’associazione Airone – c’è l’intenzione di risolvere veramente l’intera vicenda”.

Per ora, né il legale né i funzionari del Comune impegnati nelle verifiche rilasciano informazioni sulla strada che si intende percorrere. Arena lavora a stretto contatto con il dirigente Emanuele Tuccio e non è da escludere una convocazione dei vertici della cooperativa Agroverde, anche per acquisire ulteriori elementi rispetto alle autorizzazioni. “Siamo in contatto con gli uffici palermitani della Regione – spiega il commissario Arena – vogliamo arrivare ad una soluzione. Le idee sono chiare”. Si cercano soluzioni che possano evitare altri aggravi di spesa per le casse del Comune, in una vicenda sempre dominata da tanti dubbi.

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