Il rapporto Arpa, in città è ancora piaga morti: “In aumento malattie del sangue”

 
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Gela. L’annuario dei dati ambientali stilato da Arpa Sicilia si riferisce ai numeri del 2018, ma è ancora significativo sul fronte di quelle che sono vere emergenze endemiche del territorio locale, che risente del tragico peso di gravi malattie e allarmanti decessi. Nel rapporto, reso pubblico negli scorsi giorni, gli esperti dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente passano al setaccio le aree dell’isola che rientrano tra i Siti di interesse nazionale, compresa quella locale. Il resoconto non lascia ben sperare, anche perché vengono confermati dati allarmanti, già messi in luce in altre dettagliate relazioni, a cominciare dal progetto “Sentieri”. Le matrici di riferimento sono state scandagliate tutte e nella parte dedicata all’”aggiornamento della mortalità, dell’ospedalizzazione e dell’incidenza oncologica”, si fa il resoconto per l’area di Gela. Gli esperti indicano “un aumento di ospedalizzazione in entrambi i sessi per malattie del sangue e degli organi ematopoietici”. Inoltre, citano l’aumento di malattie “del sistema circolatorio, del sistema nervoso, sostenuti da medesime evidenze sulla mortalità”. Non solo percentuali allarmanti di ricoveri, per i tecnici di Arpa in città si continua a morire. “Si rileva, inoltre – si legge – un aumento dell’incidenza e della mortalità per tumori dello stomaco negli uomini e di incidenza per tumore del polmone nelle donne”. Piaghe che non risparmiano nessuno e che purtroppo continuano ad essere ben distribuiti, anche per genere.

Nel lavoro reso pubblico da Arpa, trovano spazio dati in miglioramento per la qualità dell’aria, ma i numeri che più preoccupano riguardano i malati. L’area locale, non a caso tra le prime ad essere catalogate nei Siti di interesse nazionale, rimane tra quelle più monitorate, in un virtuale quadrilatero delle emergenze, insieme ad Augusta-Priolo, Milazzo e Biancavilla. Se nelle ultime settimane, è tornata in auge la vertenza Gela, per un territorio che non riesce a ricevere neanche i fondi dovuti, anche sulle bonifiche e sul miglioramento dell’offerta sanitaria bisognerebbe spingere, ad ogni livello.

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