Il rischio di infiltrazioni mafiose in un’azienda locale, cancellata anche dall’Albo nazionale

 
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Gela. Il sospetto di infiltrazioni mafiose, avvalorato da un’informativa interdittiva emessa due anni fa. Al centro della vicenda ci sono i titolari di un’azienda edile locale, impegnata anche nel settore degli impianti ambientali. Gli imprenditori si sono visti tagliati fuori sia dalla white list della prefettura di Caltanissetta sia dall’Albo nazionale dei gestori ambientali. Provvedimenti, adesso, confermati dai giudici del Tar di Palermo, che hanno respinto il ricorso presentato dai legali dell’azienda. Nella lunga motivazione, i magistrati palermitani passano in rassegna quanto ricostruito dalle forze di polizia e le indagini che in passato hanno coinvolto gli imprenditori, compresa quella ribattezza “Octopus”, con l’accusa anche di turbata libertà degli incanti, per una serie di appalti ritenuti pilotati.

Tutti fattori che hanno spinto i funzionari della prefettura a dire no all’iscrizione dell’azienda nella whte list delle aziende “pulite”, perché estranee ad eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata. Decisione basata proprio sul’informativa interdittiva, che poi ha portato la società ad essere esclusa dall’Albo nazionale. I legali della società si sono opposti in sede amministrativa, ma i giudici del Tar di Palermo hanno confermato non solo la presenza di elementi a giustificazione dell’informativa antimafia, ma anche quelli che hanno poi prodotto la revoca dell’iscrizione all’Albo nazionale.

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