Il sindaco Messinese incontra i giudici della Corte dei Conti a Palermo

 
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Gela. Il sindaco Domenico Messinese è stato accolto dai magistrati della Corte dei conti a Palermo. Insieme a lui era presente il segretario generale del Comune, Pietro Amorosia. Il primo cittadino del Movimento cinque stelle preferisce non rivelare i particolari dell’incontro palermitano, e parla di “invito personale mirato a conoscere i magistrati che stanno valutando alcuni aspetti pregressi”. Recentemente, la giunta Messinese, ha votato il consuntivo che non è ancora approvato in Aula.

Proprio la Corte dei conti lo scorso anno aveva “bacchettato” sindaco, assessori e consiglieri comunali, dopo avere riscontrato anomalie nel rendiconto e nel riconoscimento di debiti fuori bilancio. Con esattezza, il 31 luglio scorso, la procura presso la sezione giurisdizionale della corte dei conti regionale, aveva invitato il Comune a dedurre in merito al patto di stabilità interno, negli esercizi finanziari che vanno dal 2010 al 2012. Con la stessa nota erano state avviate 35 sanzione pecuniarie proporzionali ad ogni singolo presunto responsabile, indicando il sindaco Angelo Fasulo, dirigenti e i precedenti consiglieri comunali. Poco prima della tornata elettorale, l’ex sindaco Fasulo aveva assicurato che l’amministrazione comunale aveva azzerato 12 milioni di euro di debiti fuori bilancio, affermazioni che non avevano convinto la Corte dei Conti – sezione di controllo regionale, che evidenziava molte criticità da risolvere.

Nel rendiconto 2013, Maurizio Graffeo, presidente della sezione di controllo della Corte dei conti, coadiuvato da Licia Centro (consigliere) e Giovanni Di Pietro (referendario), aveva evidenziato criticità sui debiti attivi e passivi del Comune, sul disavanzo quantificato in 5 milioni e 506 mila euro, e sui circa 20 milioni di debiti fuori bilancio ancora da riconoscere alle società partecipate come la “Ghelas” (5 milioni di euro alla sola Ghelas) e l’Ato Cl2; la permanenza in bilancio di elevati residui antecedenti il 2009 sia attivi pari a 34 milioni e 500 mila euro che passivi per euro 28 milioni e 822 mila euro; difficoltà nel recuperare le somme relative alle evasioni tributarie e alle sanzioni amministrative per violazione del codice della strada, alla mancata specificazione degli “oneri straordinari per la gestione corrente” pari a 4 milioni e 600 mila euro. 

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