Il sindaco non molla il centrodestra, nuovo tentativo di intesa all’ombra della sfiducia

 
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Gela. Prima la mozione di sfiducia, protocollata e depositata

con le dodici firme necessarie, e poi una lunga giornata fatta di contatti, telefonate e riunioni.

Il tentativo di ricucire lo strappo. Nonostante l’accelerata decisa dai dodici della sfiducia, che adesso porteranno la discussione in aula consiliare, il sindaco Domenico Messinese sembra non considerare del tutto chiuso il tentativo di un accordo politico, almeno con il gruppo di centrodestra. Nel pomeriggio, ci sarebbe stato un nuovo incontro. Pochi esponenti del centrodestra e il sindaco, per cercare di capire se la firma sulla mozione di sfiducia apposta dal capogruppo di DiventeràBellissima Vincenzo Cascino sia da ritenersi il de profundis dell’eventuale intesa. Cascino non c’era e non c’erano neanche il forzista Salvatore Scerra e il capogruppo di Noi con Salvini Salvatore Farruggia. “Non devo incontrare nessuno – spiega proprio Cascino – ho firmato per coerenza e in aula spiegherò le ragioni. Un accordo? Prima si va in aula e il sindaco dovrà rispondere”. In realtà, nonostante i toni non siano più quelli pacati di qualche giorno fa, la sfiducia che arriverà in aula potrebbe solo essere lo sprone per arrivare ad un accordo complessivo, magari con una nuova giunta politica, a forti tinte di centrodestra, ovviamente con volti diversi da quelli degli attuali assessori del sindaco Domenico Messinese. In questo caso, con lo spauracchio della sfiducia dietro l’angolo, sarebbero quelli di centrodestra a dettare le regole. E se spuntasse un’altra opzione? Una sorta di giunta di “salute pubblica”, un governo della città che vada oltre gli schieramenti? Al momento, sembra veramente una soluzione quasi estrema, anche perché bisognerebbe ottenere il sì di quelli di centrosinistra che davanti ad un sindaco, da tempo impegnato nel flirt politico con i rivali dello schieramento opposto, difficilmente accetterebbero la proposta. Tra i dem, forse, servirebbe soltanto ad alimentare una nuova, l’ennesima, “faida” politica. Da un lato, gli intransigenti del no a qualsiasi proposta di Messinese e, dall’altro, gli eventuali sherpa della trattativa.

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