Il taglio dell’assistenza domiciliare e la baraonda sui rifiuti, l’ira di Messinese contro Giudice e Cirignotta: “Difensori della città con i paraocchi”

 
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Gela. Lo stop forzato al servizio di assistenza domiciliare

ad anziani e disabili è diventato un caso, soprattutto politico.

“Dov’era Giudice quando è stato firmato il protocollo Eni?”. Il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice ha attaccato senza mezzi termini il sindaco Domenico Messinese, che ha firmato le missive inviate agli assistiti, informandoli del fermo, legato all’assenza di risorse finanziarie. “Messinese protesta contro i tagli alla sanità locale – ha detto il sindacalista – ma allo stesso tempo agisce come il ministro Lorenzin, contro la quale aveva anche urlato per rivendicare i diritti sanitari della città”. Le accuse hanno scatenato la reazione di Messinese. “Il segretario della Cgil Ignazio Giudice inizia troppo tardi ad urlare. Era forse affetto da raucedine quando il sindacato non si è fatto sentire, avallando la firma del protocollo d’intesa su Eni nell’autunno di tre anni fa? – dice Messinese – così come i lavoratori stanno pagando sulla loro pelle lo scotto di quell’accordo, i servizi comunali risentono di una passata gestione dissennata delle risorse pubbliche che oggi questa amministrazione comunale non si limita a condannare ma sta cercando con tutte le proprie energie di condurre alla normalità ripianando i debiti e razionalizzando la spesa. Se poi a questa situazione si aggiungono quelle che assomigliano a ritorsioni politiche su atti importanti come il conto consuntivo, allora nessuna gara di decibel ci consentirà di risolvere nuovi problemi che emergono giorno dopo giorno, nonostante il rendiconto giaccia con pareri favorevoli da settimane in consiglio comunale, tanto da aver generato l’intervento di un commissario ad acta nominato dalla Regione”.

“I costi elevati per la raccolta rifiuti sono colpa anche del Pd”. Quindi, qualcuno starebbe remando contro anche in consiglio comunale. Non a caso, l’affondo del primo cittadino non risparmia neanche il capogruppo del Pd Vincenzo Cirignotta. “Ritengo che diventi difficile appellarsi al buon senso – spiega ancora – quando leggo i bollettini ormai quotidiani di un capogruppo, presidente di commissione con la scadenza di uno yogurt. Come ultima uscita, al largo delle sue vacanze, non potendo criticare l’efficienza del servizio di pulizia della città, addita il fattore dei costi di cui è anche lui responsabile, pur continuando a credere che, come nel bilancio approvato prima delle ultime elezioni amministrative, due milioni di euro in più da corrispondere potessero essere nascosti sotto il tappeto dell’opportunismo politico. Ci sono troppi difensori della città con i paraocchi”. Probabilmente, Messinese cerca di accreditarsi politicamente, nel tentativo di rispondere all’eventuale mozione di sfiducia, tornata in auge. Così, le sue ire politiche si abbattono su una fetta importante del centrosinistra locale, fatta di sindacato e Pd. Tutto questo, mettendosi sulle spalle il fermo di un servizio che compete comunque al settore servizi sociali, assegnato all’assessore Licia Abela, rimasta piuttosto in ombra nell’intera vicenda.

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