Il tentato omicidio di Nardò, colpi di pistola in centro: i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio anche per due gelesi

 
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Gela. I magistrati della procura di Lecce hanno chiesto il rinvio a giudizio e l’udienza preliminare si è aperta negli scorsi giorni.


I soldi chiesti ad un commerciante. Dietro al tentato omicidio di un anno fa, in pieno centro a Nardò, ci sarebbe stata una stretta alleanza tra personaggi di spicco della criminalità salentina e gelesi, da tempo residenti al Nord. Del tentato omicidio sono chiamati a rispondere il sessantaquattrenne Francesco Russo e il quarantasettenne Angelo Caci, gelese residente in Piemonte. Di tentata estorsione, invece, devono rispondere il quarantaquattrenne Rocco Falsaperla, altro gelese residente però in Lombardia, Giampiero Russo, figlio di Francesco, e Giovanni Calignano. Lo stesso Calignano venne raggiunto da un colpo di pistola che sarebbe stato esploso da Francesco Russo e a fargli da spalla c’era Angelo Caci. Calignano, in base a quanto ricostruito dagli investigatori e dai pm salentini, doveva essere punito perché avrebbe cercato di mettere i bastoni tra le ruote al gruppo dei Russo e dei gelesi, intenzionati a chiedere il pizzo ad un esercente del posto. Proprio il commerciante avrebbe chiesto l’intervento di Calignano, ritenuto vicino agli ambienti criminali della zona. Davanti al gup, si è presentata anche una donna cubana quarantaquattrenne che, subito dopo l’azione di fuoco, avrebbe cercato di coprire i due Russo e Caci. La prossima udienza è fissata sempre a maggio. Peraltro, gli inquirenti ritengono che la vicinanza criminale tra Angelo Caci e i Russo sia testimoniata da una rapina messa a segno a Novara, per la quale sono scattate di recente tre condanne. Ad agire, in quel caso all’interno di un’azienda della zona, furono anche Caci e Giampiero Russo.

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