Il voto “inquinato” dai boss, aperto il dibattimento: a giudizio anche l’ex sindaco La Rosa

 
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Gela. Respinte le eccezioni dei difensori ed è stato aperto il dibattimento scaturito dal blitz “Polis”. I pm della Dda di Caltanissetta e i poliziotti della mobile e dei commissariati di Niscemi e Gela hanno fatto luce su un presunto patto politico-mafioso che avrebbe consentito all’ex sindaco niscemese Francesco La Rosa di arrivare in municipio. A processo ci sono i gelesi Calogero Attardi e Giuseppe Attardi, Salvatore Mangione, Giuseppe Mangione, Francesco Alesci, Francesco Spatola e lo stesso La Rosa. Le difese hanno contestato sia la competenza territoriale del collegio penale del tribunale di Gela (presieduto dal giudice Miriam D’Amore e a latere Marica Marino e Tiziana Landoni) sia la costituzione di parte civile del Comune di Niscemi (rappresentato dall’avvocato Massimo Caristia). Tra le eccezioni anche quella su alcune intercettazioni effettuate nel corso delle indagini. Il pm della Dda Luigi Leghissa, come già accaduto in udienza preliminare, ha chiesto di respingere le richieste difensive. I primi testimoni potrebbero essere sentiti alla prossima udienza fissata per il 21 novembre. Il collegio ha disposto la perizia su centocinquanta intercettazioni effettuate dagli investigatori. La famiglia di cosa nostra, stando a quanto emerso dalle indagini, avrebbe appoggiato la corsa elettorale di La Rosa e del suo gruppo politico di riferimento.

Per gli stessi fatti, a processo è finito anche il boss Giancarlo Giugno, che per gli investigatori avrebbe avuto un ruolo nella presunta trattativa. E’ già arrivata la condanna, invece, per un altro coinvolto nell’indagine. Salvatore Ficarra è stato condannato a sei anni e otto mesi di reclusione, al termine del giudizio abbreviato chiesto dal suo legale di fiducia, l’avvocato Francesco Spataro. Era accusato di aver fatto parte del gruppo di cosa nostra, con stretti legami anche con la costola gelese del clan. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Maria Concetta Bevilacqua, Gino Ioppolo, Giuseppe D’Alessandro, Rocco Di Dio e Claudio Bellanti.

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