Impianto di termo ossidazione dei rifiuti, Tar conferma no Regione: respinto ricorso

 
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La tecnologia predisposta da "Energika" era basata sul processo "two"

Gela. I giudici del Tar Palermo hanno respinto anche il ricorso per motivi aggiunti che era stato presentato dai legali degli imprenditori di “Energika”, l’azienda che ormai cinque anni fa avviò tutte le procedure per realizzare un impianto di termo ossidazione dei rifiuti, con capacità da circa 50 mila tonnellate all’anno. Un sistema che il gruppo imprenditoriale, allora avviato dall’ingegnere Angelo Tuccio, avrebbe voluto attivare sul territorio locale, per trasformare i rifiuti in energia. Un sistema presentato come innovativo, con l’abbattimento delle emissioni e il rispetto di un ciclo virtuoso dei rifiuti. L’assessorato regionale territorio e ambiente e la commissione tecnica specialistica, per due volte, hanno detto no alle istanze dell’azienda, ritenendo che il progetto non assicuri compatibilità ambientale. Per i tecnici palermitani, si tratterebbe di un sistema impattante, in un’area sottoposta a vincoli ambientali. Conclusioni che i legali di “Energika” hanno sempre contestato, presentando dati e documentazione progettuale. Anzitutto, hanno sottolineato l’esistenza di un errore di fondo dei tecnici regionali, che hanno usato valutazioni legate alla categoria degli “inceneritori”. Da “Energika” hanno più volte, attraverso i ricorsi, escluso che il sistema di termo ossidazione possa rientrare nel processo degli inceneritori. Anche sulla valutazione dell’area individuata per realizzare l’impianto, i legali dell’azienda hanno richiamato le note che nel tempo sono state inviate dagli imprenditori. Il diniego, infatti, avrebbe fatto riferimento ad una zona diversa da quella alla fine scelta per installare il sistema. Una serie di contraddizioni, anche procedimentali, che però i giudici del Tar hanno escluso, giudicando “non infondate” le valutazioni e i pareri rilasciati, nel tempo, dall’assessorato e dalla commissione tecnica specialistica.

I giudici amministrativi avevano sollecitato una nuova istruttoria degli uffici regionali, che però ha dato sempre esito contrario alla sostenibilità ambientale dell’impianto di “Energika”. Anche l’ulteriore ricorso è stato respinto, con le motivazioni depositate dai giudici del Tar.

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