In città la base per la droga, dal gup cinque condanne: sette anni a Domicoli

 
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Gela. I pusher arrivavano in città, anche da altre zone dell’isola, per rifornirsi. I pm della procura e i carabinieri ricostruirono un traffico di sostanze stupefacenti, che ritennero avesse base proprio in città. Il gup Roberto Riggio, a conclusione del giudizio abbreviato, ha disposto cinque condanne. Sette anni e dieci mesi di detenzione sono stati imposti al trentaduenne Giuseppe Domicoli (difeso dai legali Giacomo Ventura e Davide Limoncello), considerato uno dei punti di riferimento per l’affare della droga. La richiesta che era stata avanzata dal pm Mario Calabrese era di otto anni e otto mesi. Sulla sua posizione si concentrava la gran parte dei capi di imputazione. I carabinieri monitorarono un’attività commerciale, in via Cascino, che lo stesso Domicoli avrebbe usato anche come punto di incontro con gli altri coinvolti. Il gup ha riconosciuto la recidiva e concesso la continuazione. Domicoli ha precedenti, sempre per droga. A marzo, gli sono stati concessi i domiciliari. Sei anni di reclusione, invece, sono stati decisi nei confronti di Angelo Mangiavillano, un agrigentino considerato pienamente inserito nel giro di droga. Quattro anni e quattro mesi ad Antonio Lo Presti, quattro anni e tre mesi per Vincenzo Frasca, quattro anni e due mesi a Bruno Di Stefano, tutti indicati come contatti ragusani per piazzare la droga.

Nel corso dell’attività di verifica, ci furono interventi dei carabinieri, con sequestri. Sono tante le conversazioni telefoniche intercettate. Pare che i coinvolti fossero spesso in contatto, pur cercando di utilizzare un linguaggio criptico, che non facesse risalire ai rapporti per la droga. Dopo il deposito delle motivazioni, le difese si rivolgeranno ai giudici di appello. Per i legali degli imputati, che hanno escluso l’esistenza di un gruppo attivo nel commercio e nello spaccio, non ci sarebbero riscontri effettivi.

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