In città spacciata anche l’eroina, fissato giudizio in Cassazione per imputati “Tomato”

 
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Gela. Le condanne vennero riviste al ribasso dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. A valutare la posizione degli imputati, coinvolti nell’indagine “Tomato”, saranno comunque i magistrati della Corte di Cassazione. E’ stato fissato per gennaio il giudizio davanti alla corte capitolina, su ricorso avanzato dalle difese. Con l’inchiesta, emersero centinaia di episodi di spaccio di droga in città, compresa l’eroina. Gli stupefacenti sarebbero arrivati sia da Palermo che da Catania. Le difese puntano all’annullamento, dopo che in secondo grado le iniziali richieste di concordato non vennero accolte per tutti gli imputati. I giudici nisseni disposero condanne a sette anni e otto mesi di detenzione per Salvatore Stamilla (a fronte dei nove anni del procedimento di primo grado); sei anni e otto mesi per Alessandro Scilio (in primo grado otto anni e quattro mesi) e a Salvatore Mazzolino (rispetto agli otto anni del precedente grado di giudizio); cinque anni e otto mesi a Fausto Fecondo (erano stati sette anni e due mesi in primo grado); quattro anni e otto mesi a Vincenzo Di Maggio (sei anni e due mesi dal gup), Luciano Guzzardi (sei anni in primo grado) e Antonina Cricchio (cinque anni e sette mesi nel precedente giudizio). I legali che li rappresentano hanno sempre escluso l’esistenza di un gruppo organizzato per lo spaccio su larga scala. Secondo questa linea, diversi coinvolti sarebbero stati solo degli assuntori, che ne usufruivano per consumo personale. Le valutazioni adesso spetteranno alla Cassazione.

Gli arresti vennero eseguiti dai carabinieri, coordinati dai pm della procura. Solo per quattro imputati, in appello fu riconosciuto il concordato. I coinvolti nell’inchiesta sono difesi dagli avvocati Salvo Macrì, Antonio Gagliano, Dionisio Nastasi, Davide Limoncello, Enrico Aliotta, Vittorio Giardino, Francesco Enia, Paola Carfì e Matteo Bonaccorsi.

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