In dieci anni quattro auto distrutte da attentati incendiari, operaio: “Mi sento abbandonato”

 
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Gela. “Non ho mai avuto problemi con nessuno o diverbi sul lavoro”. Non riesce a darsi spiegazioni per quanto ha subito nell’arco di dieci anni. Quattro auto distrutte dal fuoco. L’ultima solo la scorsa settimana. Un rogo, in via Bologna, dove risiede, ha avvolto la sua vettura, parcheggiata davanti la propria abitazione. Non vuole rivelare la sua identità ma per un operaio cinquantaseienne gli attentati incendiari sono diventati un vero e proprio incubo. Ha sempre denunciato ma ad oggi non sa chi ci sia dietro alle fiamme che hanno distrutto le sue automobili. La paura è tanta, anche per la famiglia. Una moglie e due figli e tante incertezze. Ieri, ha avuto un colloquio con il sindaco Lucio Greco. “Penso che quello che è accaduto a me, ma che avviene quasi ogni notte e colpisce tante persone – spiega – sia un segnale di forte pericolo. Mi sento veramente abbandonato. Serve una maggiore tutela per le vittime di questi attentati. E’ vero, non sono un personaggio pubblico e non faccio parte delle istituzioni, ma la vicinanza e la solidarietà non vanno espresse solo quando azioni di questo tipo vengono commesse a danno di politici, come è accaduto di recente. Al sindaco ho spiegato queste cose e ho anche segnalato che il sistema di intervento deve essere più celere. Le forze dell’ordine devono parlare di più tra loro. I cittadini si sentono veramente soli. La notte dell’ultimo incendio, per evitare che il fuoco si propagasse ad altre automobili parcheggiate a poca distanza, ho dovuto spostare io stesso la mia vettura, spingendola verso il centro della strada. Mia figlia era rientrata a casa poco prima”.

Per l’operaio, la sicurezza in città manca se c’è chi può agire quasi indisturbato. “I primi due incendi che ho subito risalgono al 2012 – dice ancora – due automobili distrutte in pochi mesi. Ora, la stessa situazione. Ho subito l’incendio di un’auto ad agosto e quest’ultimo ad inizio novembre. Così, non si può andare avanti. Parlo da cittadino e ritengo che tutti noi abbiamo il diritto alla sicurezza. Il timore è che possa accadere qualcosa di ancora più grave, come verificatosi con l’aggressione di Macchitella. Serve una vera consapevolezza. I cittadini non vanno lasciati soli”. Un monito lanciato mentre questa mattina gli studenti hanno manifestato proprio contro la spirale di violenza e intimidazioni che si sta facendo sentire in queste settimane.

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