In fuga da Gela, duemila cittadini in 6 mesi trasferiti in Germania e Nord Italia

 
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Gela. Si svuota la città da un punto di vista demografico.

Negli ultimi sei mesi sono andati via circa duemila cittadini. Il dato complessivo si attesterebbe sotto i 75 mila abitanti. I gelesi, in prevalenza, si trasferiscono in Germania e nel nord Italia in cerca di occupazione certa. A denunciare la situazione è Vincenzo Cirignotta, capogruppo del Partito democratico e componente della commissione Bilancio, convinto che “sono in forte aumento – spiega – anche le richieste di nullaosta nelle scuole, i trasferimenti in altri siti e le cessazioni delle attività economiche. Non sono una coincidenza i cartelli di vendita degli immobili. Bisogna puntare su nuove politiche di sviluppo e rendere la città più attrattiva da un punto di vista economico”. Secondo il capogruppo in Aula consiliare del Pd le responsabilità sono, principalmente, dell’amministrazione comunale. “Ritengo che l’amministrazione capeggiata dal sindaco Domenico Messinese sia inadeguata – aggiunge Cirignotta – e che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e il deputato all’Ars del Pd, Giuseppe Arancio, stiano operando in un momento difficile da un punto di vista economico. Loro, almeno, alla luce dei recenti provvedimenti del governo nazionale e regionale, hanno messo le mani per un rilancio puntando ai fondi del Patto per il sud destinati al territorio”. L’esponente del Pd preferisce sorvolare sugli obiettivi raggiunti dalla precedente amministrazione comunale che proprio con il sindaco Angelo Fasulo, il presidente della regione Crocetta e il presidente del consiglio, Matteo Renzi, hanno decretato la fine della raffinazione del petrolio in favore dell’avvio di una fabbrica ecologica.

“Il dato – precisa Cirignotta – preoccupa sia per la chiusura della raffineria che per la carenza di una programmazione da parte dell’amministrazione comunale, indispensabile a contrastare il calo demografico. Il flusso migratorio subisce una sorta di effetto domino che dalla fabbrica Eni colpisce tutti i settori economici. Se non metteranno in campo, in breve tempo – evidenzia Cirignotta – politiche di rilancio economico della città, assisteremo ad un flusso migratorio in costante aumento”. Secondo il capogruppo del Pd “bisogna dare un forte impulso a tutti gli investimenti legati al Protocollo d’intesa e all’Accordo di programma, senza tralasciare lo sviluppo della portualità e l’accelerazione dell’iter di approvazione del Prg che da solo potrebbe agevolare lo sblocco del settore urbanistico ed edilizio”. Il futuro di Gela non può fare a meno del rilancio del settore marittimo, con la pesca e le attrazioni. “Basta copiare quello che hanno fatto altre città siciliane – conclude Cirignotta – Chi ha potuto puntare sul porto oggi è riuscito a diversificare l’economia. Si tratta di un ritorno al passato che garantisce benefici economici puntando sulle tipicità. Come già avvenuto a Licata, Sciacca e Marina di Ragusa. Questa deve essere vista come una grossa chance. Non basterà avviare una raffineria ecologica per compensare gli oltre sessant’anni di lavorazione del petrolio”.

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