In quarantena anche se negativo, sanitario appena assunto non può lavorare

 
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Gela. Lo Spemp costringe a casa un operatore sanitario assunto dall’Asp di Caltanissetta per rispondere all’emergenza pandemica. L’Oss, dopo tre tamponi negativi, è costretto da quasi un mese alla quarantena obbligatoria in barba all’articolo 7 del Decreto legge, del 9 marzo 2020, sulle disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all’emergenza Covid-19. Lo stesso articolo, che disciplina i soggetti chiamati ad osservare la sorveglianza sanitaria, evidenzia che la quarantena “non si applica agli operatori sanitari e a quelli dei servizi pubblici essenziali” tranne nei “casi di sintomatologia respiratoria o esito positivo al covid-19”.

Eppure, nonostante i continui solleciti dell’operatore sanitario, in forza al Pronto soccorso dell’ospedale di via Palazzi, per i tecnici dello Spemp “l’Oss non rientra tra le categorie di pubblica utilità – scrivono – motivo per cui è stato posto in quarantena”. L’Operatore socio sanitario è costretto alla quarantena obbligatoria dal 21 luglio scorso, ovvero da quando il figlio è risultato positivo. Sarebbero stati ignorati anche gli esiti negativi di ben tre tamponi molecolari. Sono valse a nulla le recriminazioni dell’Oss assunto dall’Asp cl2 per rispondere all’emergenza pandemica. “Non capisco il mancato rilascio della liberatoria – scrive l’Oss – considerando l’articolo 7 del Dpcm che esclude dalla quarantena gli operatori sanitari risultati negativi al tampone molecolare”. Proprio grazie all’applicazione dell’articolo 7 i consiglieri comunali, la giunta e alcuni dipendenti erano stati esonerati dalla sorveglianza sanitaria dopo essere stati a contatto con un’esponente dell’assise civica risultata positiva.

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