Incendiarono l’attività commerciale per il premio assicurativo, condannati titolari ingrosso bibite

 
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Gela. Avrebbero inscenato un furto e il successivo rogo del loro deposito di bibite, lungo corso Vittorio Emanuele, solo per intascare il premio assicurativo. A conclusione dell’istruttoria dibattimentale il giudice Marica Marino ha condannato a due anni di reclusione Vincenzo Famà e Francesco Famà (nel suo caso è stata disposta la sospensione condizionale della pena). L’incendio danneggiò l’attività commerciale. Dopo le prime verifiche, condotte dai poliziotti del commissariato e dai vigili del fuoco, iniziarono ad emergere alcune incongruenze. Decisive sarebbero state le immagini registrate da uno dei sistemi di videosorveglianza della zona. Tra il momento della chiusura serale dell’attività e l’incendio sarebbero passati solo pochi minuti. Un lasso di tempo non sufficiente, secondo le accuse, ad ipotizzare che qualcuno fosse già pronto a colpire. Secondo il pm Gesualda Perspicace, dall’istruttoria dibattimentale sarebbe emersa chiaramente la responsabilità dei titolari, che ottennero anche un indennizzo di circa ventimila euro. Nel corso dei sopralluoghi, come ha spiegato in aula l’ex dirigente del commissariato Gaetano Cravana, vennero individuati almeno tre punti di innesco, creati con pedane di legno. Sarebbero stati appositamente preparati, per l’accusa dagli imputati. Al termine della requisitoria, il pm ha chiesto la condanna a un anno e sei mesi di detenzione. L’indagine venne sviluppata anche sulla scorta degli accertamenti condotti da un ispettore della compagnia assicurativa, che copriva l’attività. Sara assicurazioni si è costituita parte civile, con l’avvocato Calogero Giardina, che ha insistito per la condanna degli esercenti, ritenendoli responsabili dell’incendio e del raggiro.

La difesa, sostenuta dall’avvocato Dionisio Nastasi, ha però messo in discussione le indicazioni arrivate dal pm, spiegando che le immagini del sistema di videosorveglianza non avrebbero fornito vere certezze sull’identificazione dei possibili incendiari. Una linea che però non ha convinto i giudici. In favore della compagnia assicurativa è stato riconosciuto un risarcimento da trentamila euro.

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