Inchiesta “Acquaragia”, controlli aggirati e gasolio irregolare: ventitrè davanti al gup

 
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Gela. L’indagine ha toccato i presunti organizzatori, estendendosi ad intermediari e rivenditori, che pare cercassero condizioni di favore per avere gasolio, da rivendere. Questa mattina, davanti al gup Roberto Riggio, sarebbe dovuta partire l’udienza preliminare, scaturita dall’inchiesta “Acquaragia”. La necessità di procedere al rinnovo di alcune notifiche ma anche richieste di rinvio avanzate, hanno portato il gup a disporre una nuova data, per il mese di giugno. In totale, sono ventitré i coinvolti. I pm della procura, i finanzieri e gli operatori dell’Agenzia delle dogane, fecero luce su un presunto giro illecito di gasolio, che arrivava in Italia, anche da Croazia e Bosnia. Sarebbero stati aggirati i controlli e i pagamenti delle accise, consentendo quindi di fornire il gasolio a prezzi assai più bassi. Da quanto emerso nel corso degli accertamenti, veniva stoccato in un magazzino, nei pressi di Manfria.

L’attenzione si concentrò sui catanesi Damiano Sciuto e Alessandro Caldarera e sul gelese Daniele Borchio, che furono destinatari di provvedimenti restrittivi. Davanti al gup, rispondono alle contestazioni insieme a Claudio Iacono, Pasquale Fama, Francesco De Stradis, Giuseppe Adornetto, Marco Befumo, Carmelo Arcidiacono, Vincenzo Paternò, Carmine Pellegrino, Gabriele Ventura, Rosario Barone, Jozko Smrdel, Simon Smrdel, Emanuele Lignano, Filippo Piccione, Rocco Calaciura, Mario Alario, Calogero Curto, Rosario Cassero, Claudio Buonaventura e Gaetano Reale. Tutti i coinvolti hanno escluso irregolarità. Avrebbero rispettato la normativa in materia.

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